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14 Luglio 2014
Anche in Italia gli artisti chiedono lo stop dei bombardamenti in Terra Santa. Fiorella Mannoia e Piero Pelù chiamano a raccolta i fan
Immobilismo. Se la politica sta in silenzio, la musica alza la voce. Se i governi restano inerti, gli artisti si mobilitano. Fiorella Mannoia, Piero Pelù, 99 Posse e Simone Cristicchi, solo alcuni dei nomi scesi in campo negli ultimi giorni per prendere posizione sul conflitto che insanguina di nuovo la Terra Santa. L’escalation di violenza tra Israele e Palestina ha già portato al tragico bilancio di oltre un centinaio di morti e stupisce in negativo l’immobilità della comunità internazionale, forse troppo distratta dall’epilogo dei campionati mondiali di calcio.
Presa di coscienza. Tra gli artisti sempre in prima linea, anche questa volta Fiorella Mannoia ha cercato di smuovere le coscienze invocando la fine delle ostilità e rimproverando alcuni followers dal “fare commenti idioti antisemiti o violenti”. La rossa cantautrice ha rilanciato l’hashtag #StopBombingGaza e dalla sua pagina ha dato voce ai suoi pensieri: “La devono smettere. TUTTI. Se non sono capaci di vivere in pace, la comunità internazionale, se ne esiste una, dovrebbe intervenire, stabilire dei confini certi, e creare due popoli e due stati, una volta per tutte. Basta sangue. Basta lacrime. Basta!!!”. Si augura la stessa cosa Simone Cristicchi che sempre da Facebook rilancia: “Quello che sta succedendo a Gaza è un insulto all’umanità intera. Qualcuno fermi questo scempio”.
Svolta pacifista. Piero Pelù, autore assieme a Ligabue e Jovanotti, dell’inno pacifista “Il Mio Nome è Mai Più” ha invitato tutti alla mobilitazione. Anche il rocker fiorentino ha chiesto la fine dei bombardamenti e ha voluto condividere con i suoi fan parole di pace parlando apertamente di “disastro umanitario”. Su Facebook ha scritto ai suoi fan che ciò che accade “tra Israele e Palestina dal 1946 ad oggi sembra essere stato creato a tavolino da inglesi e americani per seminare sistematicamente odio e violenza tra religioni e culture adiacenti. Cominciamo a far pressione sui nostri Paesi perché s’imponga subito una tregua dei bombardamenti Israeliani sulla popolazione imprigionata dentro Gaza”.
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