Lady Gaga è la nuova eroina di gay e lesbiche. Ad attestarlo, certificando altresì l’impegno profuso in questi anni dalla cantante a favore della comunità omosessuale e del rispetto della stessa, è l’ambito riconoscimento assegnatole dalla “Gay and Lesbian Alliance Against Defamation” (GLAAD), la “Lega contro la diffamazione di gay e lesbiche”. Più che un’icona, oggi che suo camino della sua casa di Manhattan campeggia questo premio, l’ “Outstanding Music Artist”, Gaga è diventata un punto (laico) di riferimento mediatico in tema di rispetto dei gay, di tutela dei più giovani, di sensibilizzazione di scuole e famiglie, e di repressione - nel mondo occidentale così come in quella parte del Pianeta in cui l’omosessualità è ancora oggi punita dalla legge, qualche volta con la pena di morte (!) – dei fenomeni di discriminazione, bullismo e violenza in generale. Accanto a lei, tra i celebrati eccellenti della GLAAD per il loro contributo in qualità di “promotori di una giusta e accurata rappresentazione degli omosessuali sui media”, figurano il controverso drammaturgo premio Pulitzer Tony Kushner per l’opera teatrale “Guida omosessuale intelligente al capitalismo e al socialismo”, la conduttrice Oprah Winfrey per la puntata del suo popolare show dedicata ai “coming out” delle celebrità dei quali è stata testimone nei 25anni di carriera in Tv, la popstar Ricky Martin, il figlio transgender del premio Oscar Cher e dell’ex marito Sonny Bono, e una giovane studentessa lesbica del Michigan, Katy Butler, promotrice di un referendum volto a permettere ai suoi coetanei di vedere “Bully”, documentario – vietato ai minori – dedicato al fenomeno del bullismo, un problema serio in Europa, ma un’autentica piaga sociale Oltreoceano.