Ligabue: nel 2014 il nuovo tour negli stadi
Nel corso di un'intervista a un settimanale, il rocker di Correggio ha annunciato che dopo i 6 sold-out all'Arena di Verona tornerà a calcare i palcoscenici più imponenti del Bel Paese.
Ligabue: dopo l’Arena di Verona, un tour negli stadi. Come da copione, gli spettacoli in programma all'Arena di Verona , il 16, 17, 19, 20, 22 e 23 settembre 2013, hanno registrato l’ennesimo “tutto esaurito”, ragion per cui il rocker di Correggio ha già deciso di dare un seguito al breve tour. Accadrà nel 2014, lo ha assicurato il Liga in un’intervista rilasciata al settimanale Sette senza tuttavia specificare né date né località dei concerti. Chissà se per allora ci sarà anche il nuovo album di inediti, seguito agognato dai fan del bestseller “Arrivederci, mostro!”, del 2010.
Il potere taumaturgico delle mie canzoni. Nel corso della stessa intervista, Luciano ha anche teorizzato che le sue canzoni avrebbero poteri miracolosi. “Ci sono tre mie canzoni in particolare”, ha detto, “che si sono rivelate utili, mi dicono, in certi casi, addirittura necessarie, e sono ‘Niente paura’, ‘Il giorno di dolore che uno ha’ e ‘Quella che non sei’. So, direttamente dai fan, che a queste canzoni molti si sono aggrappati in momenti tormentati della loro vita. E ognuna di queste canzoni, mi hanno spiegato, fa un lavoro specifico. ‘Niente paura’ serve a darsi coraggio. Mi hanno raccontato testimoni diretti, gente che era stesa sul tavolo operatorio, per intenderci, che ‘Niente paura’ è un pezzo che molti chirurghi ascoltano mentre fanno un intervento. Invece ‘Il giorno di dolore che uno ha’ viene usata di frequente per accompagnare l'elaborazione di un lutto. La funzione di ‘Quella che non sei’ è un'altra ancora. Quella canzone, che racconta le difficoltà che hanno spesso le donne di piacere a se stesse, è diventata la canzone in cui si riconoscono molte ragazze anoressiche. Penso che solo le canzoni possano fare certe cose, non i libri, non i film. Ed è questa la ragione per cui sono grato a questo mestiere”. Parola di Ligabue.