04 Novembre 2013
"Devono imparare prima la melodia", avrebbe tuonato il leggendario cantautore genovese.
I rapper cantautori? Imparino prima la melodia. Così almeno la pensa Gino Paoli, 79 anni, genovese, cantautore con alle spalle 50 anni di carriera e capolavori quali La gatta, Che cosa c'è, Senza fine, Sapore di sale, Una lunga storia d'amore, Quattro amici. “I rapper non fanno canzone d'autore – le sue parole - Io sono un musicista e la musica è fatta di armonia e melodia, mentre nel rap non ne sento”. Per il cantante genovese che ha da poco presentato “Con amore” un disco jazz di brani napoletani eseguiti con talenti come il pianista Danilo Rea, in principio era la canzone napoletana piena di poesia. Poi è arrivata la canzone ballabile, ipnotica, in ogni caso ludica.
Infine “siamo arrivati noi, i cantautori genovesi, che avevamo la stessa dolce anarchia degli autori napoletani di inizio Novecento”. Di tutta questa melodia, armonia, per Gino Paoli non c’è traccia nei lavori dei rapper. “Non c’è né armonia né melodia e questa dovrebbero impararla”. Nel suo ultimo lavoro brani di Salvatore Di Giacomo o Libero Bovio e Roberto Murolo, quei capolavori come 'Te vojo bene assaje', 'O'paese d''o sole', 'Era de maggio', ''O sole mio' in cui Paoli esalta "il cantare parlato, da chansonnier". Più che motivi veri e propri e poesie popolari che la musica ha reso canzoni. Il dolce anarchico, come ama definirsi è al terzo capitolo del suo collaudato sodalizio artistico con Danilo Rea , pianista jazz che ha all’attivo collaborazioni con Mina, The Crew, Doctor 3. Un vero e proprio punto di rifeimento per la sperimentazione italiana.