15 Novembre 2013
Alla commemorazione nella Grande Mela c'era anche Laurie Anderson, moglie del cantante scomparso
Ricordo commosso. E’ stato un saluto sobrio, informale, con tanta commozione ma senza fronzoli e pubblicità di sorta, quello che New York ha tributato a Lou Reed. Con la Grande Mela che spesso è apparsa nei lavori dell’autore di “Perfect Day” sono stati proprio i newyorkesi i primi a omaggiare l’icona scomparsa il 27 ottobre scorso vicino alla Paul Milstein Pool and Terrace del Lincoln Center, un raduno aperto a tutti, senza discorsi e performance dal vivo ma solo con la voce di Lou, la sua chitarra, le sue canzoni.
La voce di Lou. All'una in punto di un freddo pomeriggio newyorkese hanno iniziato a diffondersi le note della chitarra elettrica e delle percussioni tribali di “The blue mask” che hanno aperto una lunga serie di pezzi selezionati dalla famiglia e dagli amici più cari di Reed. Il tutto si è svolto senza pubblicità, in un'atmosfera sobria e informale e, per tre ore, è stata semplicemente la musica di Lou a parlare
Laurie Andreson. Il programma ha raggiunto il suo apice con l’epica e gloriosamente rumorosa “Sister Ray” da “White Light/White Heat”, seguita dalla commovente “Think It Over”, dal successo mondiale “Walk on the Wild Side”. Durante l’omaggio è apparsa a sorpresa anche Laurie Anderson, moglie di Reed, fermandosi a parlare con alcune delle persone sedute nelle prime file e ricevendo i tanti scatti dei fotografi.