27 Marzo 2014
L'ex chitarrista degli Smiths contro i sound troppo elaborati: "A chi importa della ‘profondità’ di un brano? Una canzone deve trasmettere energia"
Basta profondità. Johnny Marr non sembra particolarmente interessato a realizzare musica "intelligente" o "profonda". L'ex chitarrista degli Smiths ha lanciato la sua carriera da solista lo scorso anno ed ha deciso di prendere una direzione ben precisa. La sua decisione, irremovibile, è stata quella di mettere nel suo album "The Messenger" solo canzoni in grado di fare sentire la gente viva e piena di energia. A rivelare le intenzioni del suo nuovo disco è lo stesso chitarrista nel corso di un'intervista con la rivista NME: "Molto spesso quando i musicisti sono stati nel giro per molto tempo, c'è sempre questa aspettativa che debbano fare della musica molto intelligente, piena di tempi strani e con un sacco di profondità. A me la profondità è una cosa che non interessa".
Energia. Marr spiega così le intenzioni dietro il suo ultimo lavoro: "Volevo una batteria rumorosa, riff di chitarra taglienti. Buoni slogan che mi facessero sentire vivo. Mettere tutto giù in un brano di tre minuti e mezzo e poi passare ad un altro pezzo. Bang, bang, bang. Questo è il mio modo di fare. Stare seduto a fare una sessione acustica? E' una cosa che non fa per me". Johnny che recentemente si è rotto una mano a seguito di una caduta sembra ora pronto a riprendere il lavoro sul suo prossimo album che descrive come un "London feel": "Ho moltissime canzoni già pronte, credo che verrà fuori un bel disco, con un suono ed un feeling molto londinese".