06 Giugno 2014
Nonostante le richieste di boicottaggio da parte dei colleghi Pink Floyd, i Rolling Stones si sono esibiti per la prima volta nella loro carriera a Tel Aviv
Il boicattaggio mancato. La campagna di boicottaggio nei confronti di Israele non sembra funzionare per il mondo del rock. I Rolling Stones, infatti, hanno tirato dritto per la loro strada ed hanno deciso di tenere il loro primo concerto a Tel Aviv, nonostante le richieste arrivate da altri artisti come Roger Waters e Nick Mason dei Pink Floyd, che avevano sollecitato la band di Mick Jagger ad annullare la tappa israeliana in solidarietà con il popolo palestinese. Ma i Rolling Stones hanno anche fatto di più, visto che hanno accettato anche di posticipare di 45 minuti l'inizio dello spettacolo per permettere agli ebrei più religiosi di aspettare la fine delle celebrazioni per la festa dello Shavuot.
La campagna. Nel 2005 è stata lanciata una campagna BDS (boicotta, disinvesti e sanziona), che ha ottenuto una grande visibilità in ambito universitario, con lo scopo di sensibilizzare il mondo dell'imprenditoria, quello della politica ed anche della musica sul tema della nazione palestinese e delle politiche più dure e intransigenti da parte di Israele nel confronto del popolo palestinese. Negli ultimi anni la campagna è anche riuscita ad ottenere risultati importanti, con alcune aziende occidentali che hanno deciso di disinvestire. Il mondo della musica, invece, non si è adeguato. Il mese scorso è stato Justin Timberlake a cantare a Tel Aviv (attirandosi anche molti commenti negativi per una didascalia ad una sua foto al Muro del Pianto), mentre ad ottobre scorso era stata la volta di Rihanna, che aveva trovato il tempo anche di farsi fotografare in bikini sul Mar Morto.