Iggy Pop "pestato a sangue" per Amnesty International

Con una foto shock e una frase provocatoria su Justin Bieber, Iggy Pop supporta la campagna di Amnesty International contro la tortura

Iggy Pop

18 Giugno 2014

Con una foto shock e una frase provocatoria su Justin Bieber, Iggy Pop supporta la campagna di Amnesty International contro la tortura

Foto shock. Pestato a sangue per una campagna di Amnesty International Belgium. Appare così Iggy Pop, col volto tumefatto e grondante sangue, nella nuova iniziativa contro la tortura portata avanti dalla nota organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Il rocker ha partecipato insieme ad altri volti noti, come il Dalai Lama e il designer Karl Lagerfeld, alla campagna ribattezzata "Stop Torture!" e la frase che campeggia sul manifesto è di quelle a effetto: "Il futuro del rock'n'roll è Justin Bieber". E sotto la foto, il claim della campagna: "Torturate un uomo e vi racconterà qualsiasi cosa", un po’ come a dire che solo sotto tortura uno come Iggy Pop potrebbe ammettere che il futuro del rock è nelle mani di Justin Bieber che, eccessi alcolici a parte, di rock ha davvero poco. La frase in questione risulta dunque assurda (e quindi centra l’obiettivo di attirare l’attenzione per la raccolta firme) se associata al volto di Iggy Pop.
 
La campagna. La foto choc è stata pubblicata sulle pagine social di Amnesty International e su Facebook e Twitter, oltre allo scatto scioccante che ritrae l’artista americano, anche un’eloquente immagine del Dalai Lama che pronuncia, dopo una sessione di torture e segni evidenti di percosse sul volto: "Un uomo che a 50 anni non ha un Rolex non ha niente nella vita". "Umiliazione. Finte esecuzioni. Bruciature. Privazione del sonno. Torture in acqua. Lunghe ore in posizioni contorte. Per qualcuno queste parole suonano solo come un incubo lontano. Eppure, ogni giorno e in tutte le regioni del mondo, questi orrori inimmaginabili sono una realtà per migliaia di uomini, donne e bambini", ricorda la ong sul proprio sito web, pubblicando anche un’infografica semplice e decisamente inquietante sui vari modi di torturare un uomo.
 

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