25 Giugno 2014
Un'immagine di Iggy Pop era stata utilizzata dalla divisione belga di Amnesty International per una campagna contro la tortura
La campagna. Nei giorni scorsi erano emerse in rete delle fotografie davvero particolari per la campagna lanciata dalla divisione belga di Amnesty International contro la tortura. La campagna di sensibilizzazione, che aveva come motto la frase "Sotto tortura un uomo può dire qualsiasi cosa", aveva come protagonisti due testimonial di eccezione: il Dalai Lama ed Iggy Pop. Nelle immagini i due avevano il volto coperto da lividi e graffi, come se fossero stati torturati, e sotto i loro volti due citazioni piuttosto improbabili: "Il futuro del rock è Justin Bieber" sotto quella di Iggy Pop, e "Un uomo che a 50 anni non possiede un rolex ha sprecato la propria vita" per il Dalai Lama.
Le polemiche. Ovviamente le fotografie hanno subito suscitato una profonda polemica tanto che le immagini che circolavano e che riguardavano il Dalai Lama, capo spirituale del Buddhismo, sono state immediatamente rimosse dall'organizzazione che si occupa di diffondere i diritti umani. Ma a distanza di qualche si è scoperto che anche la foto che ritraeva l'ex leader degli Stooges era stata pubblicata senza il consenso dell'artista. Amnesty International è stata quindi costretta a scusarsi con Iggy Pop attraverso un comunicato ufficiale: "Anche se abbiamo agito in buona fede – si legge nel testo pubblicato anche su Twitter – dobbiamo chiedere scusa ad Iggy Pop per aver usato una sua fotografia senza prima aver chiesto il consenso. La nostra campagna ha un obiettivo che è quello di cercare di mettere a conoscenza delle persone il fatto che la tortura può riuscire a influenzare le idee delle persone".