Michael Jackson nei sogni di papà Joe

Joe, il padre di Michael Jackson, è tornato a parlare in occasione del quinto anniversario della scomparsa del figlio: "Mi viene a trovare nei sogni"

Michael Jackson

26 Giugno 2014

Joe, il padre di Michael Jackson, è tornato a parlare in occasione del quinto anniversario della scomparsa del figlio: "Mi viene a trovare nei sogni"

Le parole. Non è qualcosa che capita di recente. Gli interventi pubblici di Joe, padre di Michael Jackson, si sono fatti sempre più rari negli ultimi tempi, anche a causa della sua età. Ma l'anniversario dei cinque anni della morte del Re del Pop, è diventata l'occasione per tornare a esporsi mediaticament eda parte di uno dei personaggi più importanti e talvolta anche più discussi della vita di Michael Jackson. Papà Joe ha voluto ricordare il figlio con un pensiero postato sul suo sito ufficiale dell’artista: “Michael, non passa giorno senza che non ti pensi. Mi manchi. In ogni posto in cui vado, la tua musica mi segue. La sento nei negozi, in auto, alla televisione. Sei ovunque. Sei stato un figlio straordinario e mi mancherai sempre”. Ma le parole di Joe non si fermano qui, visto che Joe rivela anche un particolare del tutto nuovo: “Spesso, mentre sto dormendo, mio figlio viene a farmi visita. Ho sognato che lui si trovava nella stessa stanza con me, in piedi e sorridente. Ha iniziato a cantare e la sua voce è rimasta con me per tutto il tempo. Ha continuato a cantare con la sua voce che risuonava anche dietro la porta. Solo alla fine mi sono svegliato ed ho capito che si trattava di un bellissimo sogno”.

Il rapporto con il padre. In passato era stato lo stesso Michael Jackson a parlare del suo difficile rapporto con il padre. In particolar modo  nel corso di alcune interviste (la prima con Oprah Winfrey) ha rivelato che Joe usava una disciplina ferrea sui figli che suonavano nei Jackson 5, una disciplina che in alcune occasione è sfociata anche nella violenza fisica: “Avrei voluto giocare come ogni altro bambino, ma non potevo farlo – dichiarò all’epoca Jacko - dovevo andare in studio di registrazione. E quando sbagliavi qualcosa, un passo di danza o altro, lui era pronto ad usare la cinghia”.

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