John Lennon, l’assassino si sente "un idiota"

L’assassino di John Lennon ha detto di essere "dispiaciuto per aver causato tanto dolore"

John Lennon

28 Agosto 2014

L’assassino di John Lennon ha detto di essere "dispiaciuto per aver causato tanto dolore"

 

L’assassino di un sogno. L’8 dicembre del 1980 veniva compiuto uno dei crimini più terribili nella storia della musica e dell’arte che il XX secolo abbia conosciuto: lo squilibrato Mark David Chapman uccideva a New York, a colpi di pistola, John Lennon, che dopo essere uscito dai Beatles era diventato un artista a tutto tondo, un leader politico e un lottatore per la pace. Oggi, a 34 anni di distanza da quel delitto, Mark David Chapman, condannato all’ergastolo, è tornato davanti a un tribunale che ha analizzato la possibilità di rilasciarlo in libertà vigilata. "Sono dispiaciuto per aver causato tutto quel dolore - ha detto l’assassino di Lennon davanti ai giudici, secondo quanto riportato dalla trascrizione dell’udienza pubblicata oggi - Mi dispiace per essere stato un vero idiota e per aver scelto la via sbagliata per ottenere la notorietà". "Moltissima gente ha amato John Lennon. È stato un uomo grande e talentuoso e in molti soffrono ancora - ha continuato Chapman, oggi 59enne -. Ricevo ancora lettere da allora e per questo so che non si tratta di un crimine come un altro".

Il no. Quella di Chapman è stata la sua ottava apparizione davanti a un tribunale per la libertà vigilata e anche stavolta l’uomo si è visto respingere la richiesta di uscire dal carcere. Nel negargli nuovamente la libertà, la corte ha spiegato che questa "contrasterebbe con la natura molto grave del crimine commesso e diminuirebbe il rispetto per la legge". L’assassino di Lennon avvenne davanti al Dakota apartment, nell’Upper West Side di Manhattan, dove l’ex Beatles viveva con la moglie Yoko Ono: Chapman uccise il suo bersaglio con quattro colpi di pistola.

 

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