02 Ottobre 2014
Aretha Franklin con l’auto-tune? Più che un’accusa, quella lanciata dal sito web del Washington Post ad Aretha Franklin sa di vera e propria offesa ad un mito. Il quotidiano statunitense, infatti, ha preso di mira la leggenda della musica soul accusandola di aver fatto ricorso all’auto-tune - il software che permette di correggere l'intonazione della voce in un brano - per la sua versione di “Rolling in the deep”, brano di Adele che Aretha Franklin ha inserito nel suo ultimo disco, ”Aretha Franklin sings the great diva classics”. A scagliarsi contro la regina della musica soul, il cui album uscirà il prossimo 21 ottobre, è stato il giornalista Abby Ohlheiser nel suo blog "Style blog”. “L’auto-tune si sente soprattutto nella prima strofa - scrive il reporter musicale - quando c'è un effetto vocale che, secondo alcuni, ne suggerisce. L’auto-tune è un software di correzione che è diventato così diffuso al punto che gli artisti hanno iniziato ad usarlo intenzionalmente per modificare il suono della propria voce”.
Nessun commento. Al momento né Aretha Franklin né i produttori del disco, Kenneth "Babyface" Edmonds, Andre 3000 eClive Davis (collaboratore storico della diva del soul) hanno commentato o risposto alle accuse lanciate dal Washington Post, scegliendo probabilmente la via del silenzio per non dare eco alle accuse stesse. Chissà, dunque, se l’articolo avrà rovinato il morale di Aretha, che ieri in radio si era detta entusiasta del risultato ottenuto in studio per questo album. “Non mi sentivo così eccitata per un album da ‘Jump to it’ dell’82 o dalla prima volta che un mio disco fu suonato in radio. Non penso di essere mai stata più entusiasta di quanto sia adesso”.