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Skin contro l'industria musicale degli anni '90

Durante un'intervista, la voce degli Skunk Anansie racconta come negli anni '90 la sua band sia stata ostracizzata.

Skin contro l'industria musicale degli anni '90

Credits: Instagram/skin_skunkanansie

08 Settembre 2020

Skin ha recentemente rilasciato una intervista al Guardian. La cantante degli Skunk Anansie ha puntato il dito contro l'industria musicale, definendola razzista. L'artista ha raccontato che negli anni '90 il sistema avrebbe ostracizzato la sua band, per il colore della pelle e per il suo orientamento sessuale. Al tempo c'erano solo gli Oasis, come ammette lei stessa, non esisteva niente altro in Inghilterra. Anche se gli Skunk avevano un grandissimo seguito, i loro meriti non vennero mai realmente riconosciuti. 

"Così tanta storia nera è stata cancellata, e gli Skunk Anansie fanno parte di quella storia nera britannica. Le donne di colore, da Tina Turner a Grace Jones e Mel B, sono rappresentate come pantere in gabbia, aggressive, apertamente sessuali, animalesche. L’industria allora era di proprietà e gestita da uomini bianchi di mezza età. Se non eri sessualizzata non sapevano cosa fare di te. Li facevi sentire a disagio, perché non stavi giocando al loro gioco", ha spiegato la cantante. 

Seguendo questa linea, l'industria musicale ha cercato di far sembrare Skin una donna cattiva. Come lei stessa ricorda, una volta in un servizio fotografico le avevano puntato un inquietante faro sul volto, tanto da farla sembrare un "Dracula nero del ca**o".

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