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Baby K all’ospedale dopo la ressa coi fan: “Sono nera”

Durante la promozione del suo ultimo singolo “M’ama non m’ama”, Baby K si è ritrovata al centro di una ressa coi fan ed è finita all’ospedale

Baby K all’ospedale dopo la ressa coi fan: “Sono nera”

Credits: Instagram @babykmusic

01 Agosto 2023

Redazione 105

Alla fine del suo concerto per promuovere la nuova hit estiva M’ama non m’ama, Baby K è finita al centro di una ressa coi fan che l’ha costretta ad andare in ospedale per curarsi. Ma le sue ire non sono rivolte alle persone che stavano tra il pubblico, quanto alla mancanza di sicurezza da parte delle forze dell’ordine presenti all’evento, al punto da dire, in una storia pubblicata sui suoi social, “Sono nera”.

Ma andiamo con ordine. All’inizio del suo racconto, Baby K ha detto, con non poca emozione nelle sue parole: "L'altra sera sono andata a Teramo e la Polizia, che è lì proprio per gestire e mantenere l'ordine, ha deciso di fare il contrario del suo mestiere: ha aperto le transenne, in questo poco spazio dove c'era il mio van, con un terreno impossibile da calpestare, e si è creata una tale calca – avevo bambine e bambini che mi arrivavano al ginocchio – che continuavo a dire che qualcuno si sarebbe fatto male, ma a nessuno interessa, perché la cosa più importante è farsi una foto. Questa cosa, però diventa veramente pericolosa per tutti". 

La cantante ha poi proseguito: "Sono stata caricata da una donna in maniera così forte che ho subito un trauma al seno, per cui ieri non riuscivo neanche a parlare dal dolore, sono andata in ospedale e mi hanno detto che…"  - e si è interrotta, per poi riprendere -"Sono nera, devo cancellare i prossimi show, molti sono all'estero e stavano andando benissimo, per alcuni ho aspettato otto anni. La mia non è una lamentela nel fare le foto, io sono solo felice di guardare le persone negli occhi e vedere queste facce sorridenti che non vedono l'ora di farsi la foto con me: amo i bambini, amo le persone che mi vogliono bene, è una cosa che mi fa stare bene mentalmente e mi fa bene al cuore, però c'è una cosa che sta sfuggendo di mano: non è possibile non mettere la sicurezza al primo posto, non è possibile rischiare delle situazioni di follia, di grande pericolo per delle foto".

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