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La Sad ammettono: “Sanremo ha scatenato l’odio nei nostri confronti”

Non è stato facile per il gruppo lasciarsi alle spalle i tantissimi che li hanno attaccati: di qui l’idea del disco

La Sad ammettono: “Sanremo ha scatenato l’odio nei nostri confronti”

Credits: Profilo Instagram @sadboytheo

12 Aprile 2024

Redazione 105

I La Sad, il gruppo pop-punk formato da Matteo Botticini (Theo), Francesco Emanuele Clemente (Plant) ed Enrico Fonte (Fiks), sono stati una delle scommesse di Amadeus all’ultimo Festival di Sanremo. La scorsa settimana è uscito il loro secondo album in cui riflettono, in maniera molto intima, sulle critiche che hanno ricevuto dopo la partecipazione alla kermesse canora. E all’interno troviamo featuring con grandi artisti tra cui, Donatella Rettore, Rose Villain, gli Articolo 31, i BNKR44, Naska e i Pinguini Tattici Nucleari. 

Intervistati da Fanpage, hanno raccontato la genesi del progetto Odio La Sad e perché questo titolo. Theo ha spiegato: “L’album lo stavamo già scrivendo prima che sapessimo di dover andare a Sanremo. Avevamo già un’idea di come costruirlo, anche se poi Sanremo ha scatenato proprio ciò di cui parlavamo nel progetto, l’odio nei nostri confronti”. Il trio compone i La Sad da quattro anni, nonostante siano tre percorsi artistici molto differenti: “Il nostro processo creativo è sempre in evoluzione: magari nei primi periodi c’era un po’ di difficoltà, ma adesso siamo diventati una macchina perfetta. Ci ha aiutato venire da ambienti musicali diversi, perché pian piano ci siamo influenzati”. 

Tante le critiche ricevute, come detto, ma ce n’è una che li ha colpiti di più? Secondo Fiks: “Tutte le critiche erano legate alla nostra apparenza, estrapolata dalla musica. Non c’è nessuna critica che si rivolgesse direttamente a noi, e così passo dopo passo, anche grazie a Sanremo, abbiamo conquistato il nostro pubblico e l’Italia”. Plant fa una riflessione ancora più profonda: “Abbiamo avuto psicologi e persone che lavorano nell’ambito delle fragilità umane, come l’iniziativa con Telefono Amico, che ci hanno reso molto orgogliosi e ci hanno fatto capire che ciò che stavamo facendo era utile. Al di là delle critiche, abbiamo cantato della fragilità dei ragazzi, ma anche delle nostre, ed è stato molto utile ai nostri fan”.

Insomma, i La Sad rappresentano anche un messaggio generazionale di disagio con le loro canzoni. A confermarlo sono loro stessi: “Credo che abbiamo sofferto tanto, negli anni, un disagio che abbiamo cercato di trasferire nella musica. Non significa che adesso, dopo questa visibilità, questo disagio sia scomparso. Siamo riusciti a rialzarci e sarebbe bello che molte persone, tra cui anche alcuni genitori, con il nostro esempio, comincino a dare fiducia ai propri figli e in ciò che credono”.

Tanta ovviamente la curiosità di vederli dal vivo, nel prossimo tour, per cui promettono grandi cose senza però spoilerare troppo: “Credo sia uno degli aspetti fondamentali della nostra musica. Sarà a metà tra la musica e lo spettacolo, ci saranno momenti in cui ci sarà bisogno di ridere e divertirsi, ma anche, boh, forse momenti in cui piangere. Non possiamo dire altro”.

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