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Credits: Instagram @real_brown
11 Dicembre 2024
Redazione 105
Emma ha deciso di fermarsi per prendersi un momento per sé dopo un anno e mezzo passato a correre su e giù dall’Italia tra concerti e promozione dell’ultimo album. A Vanity Fair però precisa che “sto benissimo”. E la precisazione a suo dire è d’obbligo: “È che, oggi, se dici ‘mi fermo un attimo’ escono i titoloni stile: ‘Emma sta male’, ‘Emma ora pensa alla sua salute’. Alt! Con tutto il rispetto per chi ha bisogno di una pausa a causa di un malessere, non è il mio caso. Mi fermo per riprendere fiato e per trovare nuovi spunti creativi. Perché io le canzoni me le scrivo da sola, mica le compro al supermercato. Non mi fermo da quasi due anni: fatemi respirare, fare du’ bevute con gli amici, provare du’ emozioni, e torno”.
Per Emma la vita non è stata facile, soprattutto dal punto di vista della salute. Una diagnosi di cancro all’utero a 20 anni, due recidive, l’ultima nel 2019, l’asportazione delle ovaie. Poi, nel 2023, la perdita del papà Rosario. Nonostante questo non si perde d’animo. “Ce la posso fare. Tutti possiamo risollevarci dai momenti brutti. Certo, ci vogliono gli appoggi giusti”. Lei si è appoggiata alla sua famiglia: “A mia mamma Maria e a mio fratello Francesco. Papà è mancato che stavo scrivendo un album. Ho mollato tutto e sono tornata in Puglia. Sono rimasta quattro mesi. Mi sono stretta a loro. Abbiamo parlato e siamo stati in silenzio. La disperazione di mia madre e le sue urla non le dimenticherò mai. Io invece all’inizio non riuscivo a piangere. Volevo essere lucida, per proteggere lei e mio fratello. E poi ero arrabbiata perché papà se n’era andato senza aspettarmi”.
Nel corso della sua carriera più volte è stata bersaglio degli haters. “Negli anni ho capito una cosa: un commento carino non fa rumore, uno cattivo sì. L’odio è diventato un modo per attirare l’attenzione, Se mi dici: ‘Quanto sei brutta’, non me ne frega niente, manco ti leggo. Se invece vai a toccare tematiche più universali, tiro fuori gli artigli perché non stai umiliando solo me, ma tutte le ragazze che mi seguono e che possono essere ferite da quella cattiveria”. Lei da parte sua si piace: “Da morire. Il mio è il corpo di una donna che ha combattuto battaglie tremende e che è sopravvissuta. Tante altre oggi sono sottoterra. Poi sono consapevole che in alcuni momenti sono stata fuori forma, ma non mi sono mai nascosta dietro a palandrane. Mi sono esibita con la pancia e le braccia gonfie, con otto menti ben visibili. Per qualcuno sarà stato un pretesto per svilirmi, qualcun altro, però, avrà pensato: “Quella non si vergogna. Va sul palco, canta, si mostra. Se lo fa lei, posso farlo anch’io”. Non è un mistero: la malattia mi ha lasciato dei problemi ormonali che ogni tanto devo gestire”.
Adesso sta bene, anche se deve fare controlli ogni anno. Ma a suo dire non potrà mai dirsi guarita: “Ho avuto un cancro recidivo. Vivrò per sempre con la spada di Damocle sulla testa”. Non ha voluto però farsi asportare l’utero: “Non basterebbe. La recidiva potrebbe colpire un altro organo: ho tolto le ovaie ma l’utero l’ho tenuto”. Non l’ha fatto però per non rinunciare all’idea di essere mamma: “In Italia devo rinunciarci per forza. Dovrei sottopormi alla procreazione medicalmente assistita, ma non ho un compagno, e quindi non posso”. Potrebbe però fare la fecondazione eterologa in altri Paesi europei: “Sì, ma dovrei pagare. E non mi sembra corretto verso tutte le donne che sono nella mia stessa situazione e non possono permetterselo. Senza un marito non si può nemmeno adottare”. Insomma, la sua è una rinuncia: “Finché non sarà possibile per tutte, sì. Con i soldi si può accedere a tante cose, anche a cure migliori, e non è giusto”.
Un compagno non lo ha “Da tanto, purtroppo”. Il perché “se lo chiedono soprattutto i miei amici maschi, che vengono a cena a casa mia e mi trovano in pigiama a spadellare per tutti. Mi guardano e mi dicono: ‘Come fai a non avere un fidanzato tu che sei la donna perfetta? Sei forte, indipendente, intelligente, non rompi’”. A suo dire però “queste qualità sono proprio quelle che spaventano. Per quanto possano essere emancipati, in Italia la maggior parte degli uomini vuole avere sempre un po’ il controllo sulla donna. Non capisco perché non si possa camminare accanto, anziché uno davanti all’altro”. Non perde però la fiducia: “Prima o poi qualcuno arriverà. Io non ho bisogno di essere corteggiata: di fiori e regali non me ne frega niente. Mi bastano le cose semplici e non avere rotture. Sono indipendente e se voglio rimanere alzata fino alle 3 del mattino a giocare alla Play non mi puoi ammorbare con: ‘Dai, ma che fai, stai un po’ con me’”.