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Jovanotti: “Il babbo per me aveva aspettative diverse dalla musica”
“Lo diceva molto onestamente perché a lui piacevano Claudio Villa, Pavarotti… Anzi, quando ho cantato con Pavarotti questo stupore si è trasformato in follia”
Jovanotti è stato il primo ospite dell’anno del podcast di Gianluca Gazzoli Passa dal Bsmt. Qui il cantante si è raccontato nel profondo, svelando aneddoti della sua vita personale oltre a quella professionale. In primis il rapporto con il papà che ha fatto fatica a digerire la sua volontà di fare musica: “Il mio babbo era molto preoccupato. Lui aveva delle aspettative diverse per me, pensava che io fossi destinato all’arte grafica perché pensava fossi molto bravo a disegnare. Quindi diceva: ‘Ma perché hai scelto la musica che è la cosa che ti viene peggio?’”.
E non se ne dava una ragione nonostante il successo del figlio: “Non lo capiva, ma fino alla fine, fino agli stadi mi confidava: ‘Guarda io non lo capisco, che trovano in te?’. Lo diceva molto onestamente perché a lui piacevano Claudio Villa, Pavarotti… Anzi, quando ho cantato con Pavarotti questo stupore si è trasformato in follia”. Ciò però non vuol dire che i due non si rispettassero, anzi: “Tutto questo però nell’ambito di un grande amore e di un grande rispetto […] Io ho sempre sentito da parte del mio babbo una severità e una paura rispetto a quello facevo, ma anche un grande rispetto per la mia forza di volontà. Poi un giorno per caso, sono entrato nel suo negozietto che aveva aperto a Cortona dopo la pensione e stava ascoltando ‘Quando sarò vecchio’… Gli chiesi ‘ma che fai babbo?’ e lui mi disse ‘Questa è bella’! e mi fece davvero tanto piacere”.
Ma Jovanotti ha raccontato anche alcuni incontri importanti, come quello con Fabrizio De André: “La prima volta che sono stato al Festival di Sanremo mi ricordo che incrociai De André e lui mi fermò. Per me De André era come un patriarca biblico, come Isacco, era una figura mitologica. Lo incrocio, lui mi ferma, mi abbraccia e mi dice: ‘Mi piaci’. Quella cosa mi dette un boost. Prima di tutto De André sapeva chi fossi - e già questo fu un momento di grande stupore - e poi mi abbracciò come uno zio, come un padre. Mi diede proprio uno schiaffetto affettuoso dicendomi col suo genovese: ‘Bravo, bravo, mi piaci’. Mi fece un piacere immenso, non me la sono mai dimenticata quella cosa”.
Un incontro che poi si ripeté e andò ancora più inaspettatamente: “Una volta poi lo rincontrai a un premio e lui volle fare la foto con me. Io ho una foto con De André - che gira anche in rete - e fu lui a chiederla, perché io ero timidissimo e non avrei mai chiesto a De André di fare una foto insieme. C’erano i fotografi ufficiali e lui invece mi disse: ‘Vieni qua Lorenzo, io la foto la voglio fare con te’. E la foto ufficiale di quella serata lì di De André è con me!’.