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Credits: Getty Images
13 Febbraio 2025
Redazione 105
Dopo la misteriosa lettera firmata “S.” diffusa la sera precedente, Achille Lauro ieri sera ha voluto condividere un secondo messaggio, questa volta scritto da una persona molto speciale: sua madre. Un racconto intenso e toccante che getta nuova luce sulla sua infanzia e sulle esperienze che lo hanno formato, ispirando il brano Incoscienti Giovani, in gara al Festival di Sanremo 2025.
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La lettera inizia con un ricordo intimo e personale: “Lauro ha sempre avuto una fissazione per la scrittura. La mattina, quando mi svegliavo, entravo in camera sua e lo trovavo ancora sveglio a scrivere. Lo sgridavo perché non dormiva mai. Aveva solo 11 anni. Si imbarazzava, nascondeva i fogli. Non ha mai detto ‘scrivo canzoni’ o ‘voglio fare il cantante’, ma ho capito presto che per lui scrivere era un modo per superare momenti difficili”.
Un’infanzia segnata dunque dalla ricerca di espressione, ma anche da un ambiente ricco di storie difficili. La madre di Lauro racconta come la loro casa fosse spesso un rifugio per chi non aveva un posto sicuro: “In mezzo a tutto quello che abbiamo vissuto, ho sempre cercato di insegnargli cosa fosse l’amore, convinta che chi impara a seguire quel faro, presto o tardi, riconosca la strada. E così è stato. Lauro è cresciuto in casa con ragazzi che non erano miei figli, ma che ho accolto come tali. Figli di storie difficili e case famiglia dove io facevo volontariato. È cresciuto insieme alle ragazze di strada, ricordo quando andavo di notte sui marciapiedi con Don Giovanni a convincerle a scappare da quella vita e a trovare un posto sicuro, e molte volte restavano a casa nostra. È cresciuto con i suoi amici, ragazzi con famiglie inesistenti, errori alle spalle, rabbia dentro. Li conosco tutti. Sono stati come figli anche per me. Giovani incoscienti, ma con un grande cuore”.
Il messaggio della madre rivela come il volontariato – dopo aver rappresentato – un elemento fondamentale nella loro vita, sia un valore che ancora oggi condividono. “Oggi Lauro è adulto e insieme cerchiamo di sostenere tutti quei posti dove ci sono ragazzi che hanno bisogno: dagli ospedali, alle comunità e ovunque ci sia necessità. Sono grata di tutto questo e di vedere che oggi lui non si dimentica di chi ha bisogno e di chi era come lui. Nonostante tutto quello che abbiamo passato, Lauro ha riconosciuto quel faro e ha imparato l’unica cosa che conta realmente: l’importanza di amare e il bisogno di tutti noi di essere amati. Se quei ragazzi non avessero conosciuto l’amore, incluso mio figlio, forse si sarebbero persi in cerca di quell’amore che non avrebbero mai trovato”.