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Eurovision, Gabry Ponte: “Io e Corsi portiamo due pezzi d’Italia”

Com’è nato il pezzo e com’è finito ad avere così tanta eco: le parole del DJ

Eurovision, Gabry Ponte: “Io e Corsi portiamo due pezzi d’Italia”

Credits: Getty Images

10 Marzo 2025

Redazione 105

Come da pronostici, Gabry Ponte ha vinto il San Marino Song Contest e rappresenterà la piccola Repubblica al prossimo Eurovision Song Contest che si terrà dal 13 al 17 maggio a Basilea, in Svizzera. In un’intervista a Fanpage ha raccontato il turbinio di emozioni che sta vivendo grazie alla sua Tutta l’Italia che avrebbe potuto essere in gara a Sanremo 2025, ma ne è diventata il jingle e forse proprio per questo ha avuto ancora più successo. È lo stesso DJ a essere stupito di questo percorso: “È proprio inaspettato, ma d’altra parte la musica è bella per quello, perché è imprevedibile. Se qualche mese mi avessero anticipato cosa sarebbe successo mi sarei fatto una risata, invece proprio questo pezzo è stato accolto in maniera talmente forte dai fan che ha sfondato tutte le barriere, una dopo l’altra”.

Ponte ha anche raccontato la genesi del pezzo, spiegando che non era stato fatto per Sanremo ma per il concerto di San Siro: “Lo immaginavamo come un inno per l’evento di giugno e infatti se senti il testo parla proprio di quello: ci siamo immaginati lo stadio pieno, tutta l’Italia che salta su questa musica. Poi è arrivata a Carlo, non direttamente da me, a lui il pezzo è piaciuto, ci siamo parlati per un po’ e c’è stata la possibilità, per un momento, di proporlo in gara, anche se in realtà il problema è sempre stato che io non canto, quindi per me è strana l’idea di andare in gara al Festival. Abbiamo provato a pensare di proporlo ad altri artisti, ma non abbiamo trovato la quadra giusta perché poi alla fine bisogna anche stare attenti a non snaturare la musica in funzione di un’operazione commerciale. Infine Carlo ha avuto questa idea, mi ha fatto questa proposta, m’ha detto: ‘Senti, ma ti andrebbe di venire ospite a Sanremo e utilizziamo il pezzo come jingle?’. Io non avevo ben capito cosa volesse fare anche perché storicamente Sanremo non ha una sigla, quindi all’inizio ho accettato con entusiasmo l’invito perché Sanremo è Sanremo, poi ho grande stima di Carlo, ci conosciamo da un sacco di tempo”.

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Tutta l’Italia gioca sugli stereotipi, qualcosa su cui Gabry ha sempre giocato: “Beh, sì, diciamo che è una chiave abbastanza comune, quella di utilizzare certe immagini, no? Io addirittura avevo fatto un pezzo, molti anni fa, con Little Tony – per rimanere proprio in tema San Marino perché lui era di lì -, ‘Figli di Pitagora’, e anche lì avevamo un po’ giocato con le immagini dell’italianità. Scrivendo questo pezzo ci siamo proprio divertiti a trovare delle immagini anche un po’ contraddittorie, a volte, che sono quelle con cui ci guarda anche chi non è italiano, ma lo facciamo, appunto, in chiave ironica, l’ironia è la chiave di tutto, non bisogna dimenticarsi che soprattutto questo genere di musica è fatto per far divertire la gente, quindi non bisogna prendersi troppo sul serio”. Tommy Cash ha fatto lo stesso? Il DJ vuole tirarsi fuori dalle polemiche: “Non ho ancora sentito neanche una volta la canzone intera. Ho visto un po’ di polemiche sui social, ma tendenzialmente non sono molto interessato alle polemiche, chissà, magari lo incontrerò a Basilea”.

E a Basilea c’è il rischio che qualcosa di grande, per lui e per San Marino, si compia dato che arriva come il secondo artista italiano più ascoltato su Spotify, con miliardi di stream. Eppure Gabry Ponte non punta alla vittoria: “Ovviamente è una gara e noi daremo il meglio, però già essere arrivati fin qua è una vittoria. Andare a fare l’Eurovision è una soddisfazione pazzesca, quindi come andrà, andrà. Poi, certo, l’Eurovision è un po’ imprevedibile, io sono già molto contento di esserci, lo faremo con grande impegno e vediamo cosa succederà. Anche quando mi dicevano: ‘Ma guarda che sei favorito, vincerai a San Marino’ ho tenuto i piedi per terra, mi preoccupa un sacco questa cosa, spesso quando qualcuno dice ‘Tranquillo, vinci tu’ è proprio il momento in cui le cose vanno male”.

Inevitabile un commento su Lucio Corsi che rappresenterà il nostro Paese: “Non c’è alcuna competizione con Lucio Corsi, anzi siamo tutti e due a portare un pezzo d’Italia in Europa, chi in un modo chi nell’altro. Io non lo conosco personalmente, spero di incontrarlo presto perché mi piace molto come artista e credo che la sua presenza a Eurovision sia giusta perché rappresenta una tradizione molto forte della musica italiana, il cantautorato. Io, invece, sono un po’ l’altro lato della medaglia, quindi è bello che ci siano due pezzi così diversi, con due artisti con una storia così diversa, entrambi a rappresentare un pezzo d’Italia. Uno in rappresentanza del Paese, ovviamente, l’altro con la canzone, però stiamo tutti e due parlando dell’Italia”.

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