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Francesco Gabbani si scaglia contro l’autotune: “Mi fa inc***are”

Parole che seguono quelle altrettanto forti di Elio

Francesco Gabbani si scaglia contro l’autotune: “Mi fa inc***are”

Credits: Getty Images

13 Marzo 2025

Redazione 105

Negli ultimi tempi si è acceso un forte dibattito sull’uso dell’autotune, soprattutto dopo le dichiarazioni di Elio che ha espresso il suo disappunto verso Balorda nostalgia di Olly, sostenendo di essersi sentito “umiliato” del fatto che un brano che ha fatto largo uso di questo software abbia potuto vincere al Festival di Sanremo. Tra coloro che hanno voluto dire la loro sul tema c’è anche Francesco Gabbani, che ha approfondito il suo punto di vista durante un’intervista con Fanpage.

L’artista toscano ha parlato dell’autotune come di un fenomeno che rispecchia l’epoca in cui viviamo, accettandone l’uso se viene impiegato come scelta stilistica. “Il mio punto di vista parte dal fatto che lo considero un’espressione del tempo che viviamo perché è a tutti gli effetti un ausilio artificiale che viene usato nell’espressione artistica e quindi musicale. Però resta uno strumento, un software, qualcosa che nell’espressione del nostro tempo ci sta, perché viviamo in una realtà che è molto tecnologizzata e in cui l’espressione artistica passa da tutto ciò che può essere un supporto tecnologico, quindi come tale lo accetto”.

Secondo Gabbani, quindi, il problema non è lo strumento in sé, ma il modo in cui viene adoperato. Se dichiarato esplicitamente e utilizzato per fini artistici, l’autotune è un’opzione legittima, al pari di altre tecniche musicali. Il suo fastidio nasce quando viene impiegato in modo occulto, come semplice correttore dell’intonazione. “Lo accetto come caratteristica artistica, perché quando è dichiarato è dichiarato e in questo senso va benissimo perché diventa connotato artistico, stilistico e strumento di comunicazione. Però mi fa un po’ inc***are quando viene usato come strumento di correzione e basta, perché un conto è usarlo dichiaratamente come modo stilistico, un altro è usarlo come correttore. Se uno pensa: ‘Se non ho l’autotune che mi corregge non canto’ vuol dire che non ha la consapevolezza artistica di quello che stai facendo”.

Il punto centrale della riflessione di Gabbani, dunque, è il valore dell’espressione artistica autentica. L’autotune può essere un mezzo espressivo potente, ma non deve sostituire la preparazione e la consapevolezza musicale di un artista. Il suo uso indiscriminato, senza trasparenza, rischia di appiattire il panorama musicale, facendo perdere valore alla capacità vocale e interpretativa di chi si esibisce. Un tema su cui, a quanto pare, la discussione è ancora aperta.

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