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29 Aprile 2025
Redazione 105
Marracash sta vivendo un periodo d’oro con la sua trilogia formata da Persona, Noi, loro e gli altri e È finita la pace, gli ultimi tre album in cui tratta tematiche sociali e civili molto importanti. Ed è pronto per partire in tour negli stadi con la data zero di Bibione per poi proseguire per Napoli, Torino, Milano, Roma e Messina. Un momento di cui ha parlato in un’intervista a Fanpage.it cominciando proprio da questo trittico di dischi.
“Tutta questa cosa è nata spontaneamente, nel 2019 non avevo programmato né di fare una trilogia, né di cambiare qualcosa. È nato tutti da un’urgenza personale, dal superamento di una crisi che ho affrontato sulla mia pelle, che poi ho rappresentato in un disco che era ‘Persona’ in cui forse l’elemento più innovativo di quel disco era proprio quello, un rapper, un genere molto machista, che invece si apriva e parlava delle sue difficoltà. Sono contento che abbia messo il germe anche di una rappresentazione del maschio diversa, che poi negli anni è andata avanti”.
Ora con Lei, il suo ultimo singolo, ha chiuso un cerchio: “In questi tre album ho parlato spesso delle relazioni personali in diversi modi e anche questa è una cosa che ho vissuto sulla mia pelle perché questa ricerca è quella che poi, secondo me, un po’ tutti affrontano nella vita, no? Ovvero quella di trovare la persona più adatta a noi, benché trovo che spesso l’amore sia rappresentato in maniera fuorviante”.
Poi spiega meglio cosa intende: “C’è un po’ un indottrinamento su questo fantomatico amore, visto un po’ come un Santo Graal, mentre secondo me, invece, c’è bisogno di spiegarlo in maniera più realistica. Ovvero che l’amore è anche una cosa molto difficile, una cosa che necessita di molto impegno. Trovo che le relazioni siano la cosa più difficile da fare nella vita. Per me il possesso dell’altro è forse il grande male delle relazioni, l’ultima cosa da abbattere per ripensare il modo di stare insieme, perché forse quello dei nostri genitori è un po’ andato. Bisogna accettare anche il fatto che non esiste una persona perfetta che ti completa, cioè devi avere a fianco una persona che aggiunge e non che completa, secondo me”.
Marra lancia messaggi importanti anche perché i suoi fan cercano nei suoi brani dei modelli: “Secondo me il pubblico cerca molte risposte, in questo momento, un po’ da tutti. Quindi secondo me molta gente trova nella mia musica o cerca nella mia musica anche delle soluzioni. Sono una persona che c’è passata e riesce a parlarne, questo secondo me ispira le persone anche a trovare delle soluzioni, penso sia bello”.
Come detto, vuole uscire dal classico cliché del rapper e non per niente si ritrova nel pezzo Volevo essere un duro di Lucio Corsi che descrive in qualche modo chi è oggi. Non per niente l’ha citato: “A me piace il fatto che sia una cosa originale. Credo che Lucio Corsi abbia dato un segnale forte in questo Sanremo, quello di uscire dagli schemi, e così è venuta fuori tantissimo la sua identità, il suo modo di vedere le cose e questo secondo me, oggi, si è un po’ perso, è tutto molto appiattito. Paradossalmente viviamo tempi in cui siamo apparentemente liberissimi, molto più di una volta, ma la realtà è che invece c’è un appiattimento strisciante, per questo è stata figa la roba di Lucio Corsi perché, appunto, usciva completamente dallo schema. Ed è figo, più che altro, che sia arrivato così in alto, non penso che qualcuno ci avrebbe scommesso un euro”.
Infine un riferimento all’infinita polemica sull’Autotune: “Mi sembra anche assurdo perdere del tempo a parlare dell’Autotune che esiste da tantissimi anni ed è semplicemente un effetto. Dire che quella cosa là modifica la voce, allora vorrebbe dire togliere i riverberi, togliere l’eco, togliere gli effetti che sono dati per assodati ormai da 50 anni”.