Music Biz
5 Seconds of Summer: non chiamateci boyband
19 Maggio 2015
5 Seconds of Summer: non chiamateci boyband. Inutile girarci intorno, in molti casi il termine "boyband" viene utilizzato nel mondo della musica in senso un po' dispregiativo, anche se non dovrebbe essere così. La pensa allo stesso modo anche Luke Hemmings, furioso verso chi definisce in questo modo i 5 Seconds of Summer. La band australiana da anni impegnata ad affinare il proprio stile ora spera di riuscire a sfuggire a quella categorizzazione grazie al secondo album della loro storia. "L'etichetta di boyband implica il fatto che noi non suoniamo e non scriviamo le nostre canzoni - ha detto Hemmings nel corso di un'intervista al Sydney Morning herald - Ci fa sembrare un po' falsi. Ma la verità è che noi abbiamo cominciato a suonare in un garage dove abbiamo anche iniziato a scrivere le nostre canzoni e poi a suonarle in piccoli pub di fronte a 10 persone. E penso che essere chiamati in questo modo non renda giustizia a quello che abbiamo fatto. E' una cosa che può diventare abbastanza frustrante certe volte. Ma mi rendo anche conto che sono le cose che devi accettare quando fai questo lavoro e non c'è molto che puoi fare per cambiarle.
Le ispirazioni. Del resto i quattro ragazzi australiani non hanno mai fatto mistero di essersi ispirate a band punk e rock per la propria musicale: "Non c'è niente che amiamo di più che vedere il rock ritornare in testa alle classifiche. Abbiamo cominciato a suonare in questa band grazie all'ispirazione arrivata da gruppi come i Blink 182, i Green Day e gli All Time Low. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda di altre persone nel mondo della musica rock".