Music Biz
20 Ottobre 2016
Emis Killa si difende. Il rapper milanese è finito nel mirino della critiche per il testo di un suo brano, "3 messaggi in segreteria" incluso in "Terza stagione", album pubblicato lo scorso 14 ottobre. Una canzone dai contenuti forti che qualcuno ha interpretato come istigazione alla violenza sulle donne.
Per Emis Killa però si tratta dell'esatto opposto e replica alle accuse con un lungo post su Facebook: "In questi giorni si parla di '3 messaggi in segreteria' e lo si fa come se istigasse alla violenza sulle donne. In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per l'ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza".
"E' il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio - scrive ancora il rapper - Ho scelto un metodo brusco, diretto attivo e soprattutto in prima persone perché so che è il più efficace e mi appartiene. Ed infatti si sta alzando un polverone, ed è quello che mi aspettavo. Ho corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il mio richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato. Nella conferenza stampa di presentazione l'avevo spiegato ai giornalisti e il senso del mio pezzo era stato ben compreso. Spero che un brano così forte spinga i più giovani e chi ignora questi fatti a farsi due domande e a non ignorarli."