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Polemiche su Gianna Nannini: “Avesse mai mosso un dito per i diritti civili”

Dopo che la cantante ha annunciato il suo trasferimento a Londra per tutelare la figlia Penelope, la comunità LGBT si è scatenata.

Polemiche su Gianna Nannini: “Avesse mai mosso un dito per i diritti civili”

07 Luglio 2017

Tempi duri per Gianna Nannini. La rocker ha pubblicato nella sua biografia la sua volontà di trasferirsi a Londra insieme alla compagna Carla e alla figlia Penelope, di 6 anni, per tutelare la piccola, e la comunità LGBT l’ha attaccata sui social accusandola di essere stata assente mentre gli attivisti stavano lottando per il riconoscimento dei diritti civili di persone come lei e sua figlia.

Sulla biografia “Cazzi miei” la Nannini ha scritto “Mi ci trasferisco con Carla e Penelope. Non ci sono leggi, in Italia, che mi garantiscano cosa succederebbe a Penelope se me ne andassi in cielo. Quindi me ne vado in questo Paese, l’Inghilterra, dove sono rispettata nei miei diritti umani di mamma”.

Dai social sono tantissime le critiche rivolte alla Nannini: “Gianna dove eri mentre noi lottavamo per i diritti di bambini e bambine come Penelope?” scrive Alessia su Facebook. “Non ti è concesso di lamentarti di non avere diritti, se tu non hai mai fatto nulla per averli quei diritti” tuona un altro utente. “Se magari ti fossi impegnata un po’, l’Italia sarebbe meno retrogrado. Che ne dici?” scrive Fabio su Twitter.

E ancora “Cara Gianna Nannini l'Italia è in queste condizioni anche perché persone come te non hanno mai avuto il coraggio di fare coming out” polemizza GeekQueer su Twitter. “Ma nel 2016 quando in piazza con SvegliatItalia si chiedevano diritti per le coppie omosessuali e i loro figli, Gianna Nannini dov’era?” scrive un altro utente. Tra i tanti commenti provocatori spicca anche quello di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia: “Gianna Nannini si trasferisce a Londra perché in Italia non è tutelata sua figlia. Avesse mai mosso un dito per i diritti civili.. bye”.

Insomma la volontà della Nannini di trasferirsi a Londra è suonata come un guanto di sfida lanciato alla comunità arcobaleno, che negli ultimi anni si è battuta con forza per vedere riconosciute non solo le unioni civili, ma anche i diritti dei bambini delle coppie di fatto. Eppure alle varie manifestazioni svolte nella nostra Penisola sono stati tanti gli artisti che hanno appoggiato le battaglie della comunità LGBT, come ad esempio Paola Turci, Tiziano Ferro, Emma Marrone e Carmen Consoli. Evidentemente l’assenza della rocker senese non è passata inosservata.

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