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Quincy Jones racconta "Bad", l'album capolavoro di Michael Jackson

In occasione del 30° anniversario dell'uscita, il grande produttore ha raccontato come è nato uno degli album più venduti di tutti i tempi.

Quincy Jones racconta "Bad", l'album capolavoro di Michael Jackson

01 Settembre 2017

Il 31 agosto del 1987 il mondo della musica accoglieva uno dei dischi che ha fatto la storia della musica, "Bad". Oltre all'omonimo brano, l'album ne conteneva altri 10, cantati dall'indimenticato Michael Jackson e prodotti da uno dei nomi più importanti della storia del pop internazionale: Quincy Jones. Maniacale nella scelta di ogni singolo e di ogni dettaglio cantato dai suoi artisti, in un'intervista a Rolling Stones Jones racconta cosa è successo 30 anni fa, cosa ha dato origine a uno degli album più venduti di tutti i tempi.

Jones ha incontrato Jackson all'inizio di quella che nell'intervista definisce "la parte incasinata della sua vita". Lo incoraggiò a raccontarsi in modo onesto, scrivendo tutti i pezzi. Ne venne fuori "Bad", un album che per Jackson rappresentava una sfida: doveva vendere più di Thriller, che a tutt'oggi resta il disco più venduto di tutti i tempi. Il lavoro fu lungo e minuzioso.

Jackson aveva canzoni per creare un triplo album. Jones ne selezionò 10. Secondo lui non bisogna strafare, ma prestare attenzione: "Una buona canzone può far diventare il peggior cantante del mondo una vera star. E una canzone cattiva non può essere salvata dai migliori cantanti al mondo", racconta il produttore a Rolling Stone.

Di Michael Jackson ricorda che la sua vera parte geniale era il ballo. "Era molto preciso, seguiva tutti i dettagli. Guardava a Sammy Davis, James Brown, Fred Astaire, Gene Kelly; non si faceva scappare niente. Così dovrebbero fare i professionisti. Fare attenzione a tutti gli elementi", spiega Jones.

Secondo Quincy Jones il segreto del successo nella musica è cercare "la voce di Dio". "La melodia è la voce di Dio. Devi cercare quella - ha raccontato nell'intervista -. Non ho mai fatto dischi nella mia vita per soldi o per gloria. Così avrai successo. Perché Dio se ne va se tu punti ai soldi. Devi vivere di intuizione. Se c’è qualcosa che ho imparato a 84 anni, è che dobbiamo fare davvero poco perché le cose succedano. È un intervento divino".

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