Music Biz
16 Ottobre 2017
Sull’onda delle tantissime denunce per molestie e abusi ai danni del produttore Harvey Weinstein, anche Björk ha detto la sua con duro post su Facebook, nel quale tira in ballo "un regista danese", chiaramente identificabile in Lars von Trier. Che i due, dopo l’esperienza del film "Dancer in Dark", si fossero lasciati malissimo, era cosa nota. Ma le parole dell’artista islandese gettano una luce nuova e decisamente più sinistra sui motivi dietro questo lasciarsi male con von Trier. "Sono stata ispirata dalle donne che in tutto il mondo si stanno facendo valere e ho deciso di raccontare la mia esperienza con un regista danese".
"È stato per me estremamente chiaro che, entrando nel mestiere di attrice, l’umiliazione e il ruolo di persona sessualmente molestata fossero la norma, come scritte nella pietra, per il regista e per le decine di persone nel suo staff che lo incoraggiavano". Björk non fa mai il nome di von Trier, ma lui è chiaramente l’unico regista danese con cui ha lavorato. "Mi sono resa conto che è un fatto universale che il regista può toccare e molestare le sue attrici e che l’istituzione del cinema lo permette. Quando ho rifiutato le avance del regista, lui mi ha punita e ha creato per il suo team una rete di illusioni nella quale ero io la persona difficile".
Björk fa poi un bilancio della sua esperienza: "Ci ho messo un anno a riprendermi. E ho paura che altre attrici che hanno lavorato per la stessa persona non si siano mai riprese". E infine un appello: "Fermiamo questa cosa".