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Cesare Cremonini e la sua riflessione sul Natale: "In questo giorno cerchiamo di ritrovare l’ironia perduta"

Il cantautore bolognese ha scritto un articolo molto intimo sulle festività natalizie. Ne ha parlato a 105 Friends con Tony & Ross.

Cesare Cremonini e la sua riflessione sul Natale: "In questo giorno cerchiamo di ritrovare l’ironia perduta"

19 Dicembre 2017

"Il Natale deve riportarci alla bellezza delle cose imperfette. Questo auguro a me stesso e a chi mi legge", così comincia il "Racconto di Natale" che oggi (19 dicembre) Cesare Cremonini ha pubblicato sul Corriere della Sera. Il cantautore bolognese è in un periodo di grande ispirazione e voglia di comunicare, dopo un anno trascorso a lavorare al suo album, "Possibili scenari", uscito lo scorso 24 novembre. E così ha condiviso i suoi particolari significati del Natale con fan e lettori.

"Il giorno della natività di Cristo come ultimo testimone dell’ingiustizia che ci portiamo dentro. Lo specchio con cui dobbiamo fare pace", scrive Cesare. "Almeno in questi giorni, che ci mostri finalmente sbagliati come siamo, in tutta la nostra imperfezione". Una riflessione anche su "mamma Italia, che ci protegge poco, per lo più ci fa paura. Ha strade che non riconosciamo più come il teatro dei nostri ricordi migliori, ma non smettiamo di camminarle per ritrovarci ogni sera a riprovarci con le parole, con gli sguardi, con i sorrisi: le uniche armi che ci rimangono. Gli abbracci degli amici, quelli del bar, per citare una frase".

"Quest’anno ci siamo indignati abbastanza o manca ancora qualcosa?", è una delle domande provocatorie del testo di Cremonini, un atto d’amore verso gli altri e il Natale. "Vuoi non prendertela anche col Natale, che invece se ne infischia e non lo puoi abbattere, per quanto imperfetto. Abbiamo finalmente trovato le parole giuste per parlare male di tutto, e di tutti? O invece il Natale, che un po’ sbagliato lo è sempre stato, può essere un buon motivo per riportare sulla tavola antica delle nostre famiglie e dei nostri affetti l’ironia perduta, esaltando la beata e imperfetta normalità delle vite di tutti. Che sbagliate o no, sono pur sempre le nostre, e in fondo le amiamo, perché non le possiamo cambiare".

E poi il personale Natale nella vita di Cesare, del quale scrive: "ho tutti ricordi uguali: le curve ondeggianti e gelate, che uscendo da Bologna attraversano le campagne fuori porta, fino alla cascina dove sono cresciuto. Le ville nascoste dietro grandi siepi, gli alberelli che lampeggiano di rosso e di blu". Il bellissimo testo si chiude con questo augurio: "Prova a non gridare, anche se brucia. Guarire da questa inutile necessità della perfezione. Accorgersi che va tutto bene così. Che siamo ancora umani. Almeno a Natale. Buone Feste, dunque, a chi le sa attraversare con il sorriso. Resta la via migliore, anche se fa male".

Ascolta l'intervento dell'artista bolognese in diretta telefonica con Tony & Ross a 105 Friends:

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