Vinci "I'm Feeling Good Today"
21 Febbraio 2014
La quarta volta dei Flabby. Nel 1998, complici il successo globale della loro versione del classico Mambo Italiano e il loro contributo a colonne sonore di pellicole culto come “Ocean’s Eleven”, di Steven Soderbergh, e “Come te nessuno mai”, di Gabriele Muccino, hanno conquistato il mondo imponendo quel nome buffo, Flabby, letteralmente flaccido, nella miglior scena jazz-lounge di 25 Paesi; l’anno seguente, spalleggiati dall’illustre Caterina Caselli, hanno esplorato l’universo stilistico anni Sessanta con un riuscitissimo secondo album, Limoncello Experience, entrato nella memoria del grande pubblico grazie all’hit-single “Baluba”, incluso nella colonna sonora del successocinematografico di Luca e Paolo "E allora mambo", e a There’s A Better Way, pezzo dal refrain indelebile scolpito sul campionamento di una sigla Tv celeberrima, quella di “90° minuto”. Ancora, nel 2010, diventati un duo e imbastito un nuovo sodalizio artistico con Luana Heredia (Delta V) e con alcune delle stelle più luminose del firmamento jazz italiano (Gianluca Di Lenno, Tito Mangialajo, Marco Brioschi e Andrea Dulbecco), i Flabby hanno esteso i loro orizzonti musicali intercettando bossanova e le due facce del soul anni Ottanta, quella più classica in voga Oltreoceano così come la declinazione “new cool” tanto di moda all’epoca nel Regno Unito. Sono Rosario Pellecchia, il famigerato “Ross” di 105 Friends, voce dei Flabby e autore dei testi, e Fabrizio Fiore, dj-produttore, chitarrista e compositore di tutte le musiche. Anche di quelle del nuovo album I’m Feeling Good Today, il quarto capolavoro dei Flabby, disco che a cominciare dal singolo di lancio Let Yourself Go, abbinato a un incantevole videoclip interpretato da due giovanissimi e girato in una pionieristica abitazione bioclimatica immersa nel verde, scandisce la rinascita dei Flabby, un nuovo inizio all’insegna della positività, della naturalezza, di quel garbo che soltanto la maturità, personale e artistica, sa restituire, e della libertà, interiore ed espressiva.
I Flabby promossi a pieni voti, lo hanno dimostrato in passato gli attestati di stima di personaggi chiave della musica italiana che conta (Jovanotti definva il terzo album "Anything Can Happen" un “disco molto ben fatto, molto cool, bello e accurato come una cosa fatta con amore vero per la musica” e l’eclettico Federico Zampaglione aggiungeva che “la cura negli arrangiamenti e la scelta dei suoni così vintage rendono il disco un vero gioiellino, bellissimo e raffinato”) e lo confermano oggi anche i numeri di I'm Feeling Good Today, balzato immediatamente in vetta alla classifica jazz di iTunes. Al coro dei sostenitori dei Flabby, che stavolta hanno preferito registrare tutte le nuove canzoni nella città più solare – e blues & soul (!) - del Bel Paese, vale a dire Napoli, vanno aggiunti alcuni dei nomi altisonanti dell’universo jazz nostrano. A cominciare da Antonio Fresa, pianista, arrangiatore nonché direttore degli archi che avvolgono con leggerezza ed eleganza le nuove canzoni dei Flabby, canzoni che evocano il miglior soul pop dei ruggenti anni Ottanta, quello di Sade, George Michel, Style Council, fondendo la voce di Ross, sintesi perfetta di passione e misura, con un solido impasto acustico di respiro internazionale, sebbene tutto italiano. Il merito va anche a una band d’eccezione alla quale hanno contribuito musicisti di rango come il batterista Vittorio Riva, il trombettista Gianfranco Campagnoli e il bassista Gigi Scialdone. All’appello non può mancare il sassofonista Giulio Martino, magistrale nella seducente “You’re My Pretty Lover” tanto quanto nella gemma che chiude il disco, Funk Solution, graffiante up-tempo retrò che, consumati i momenti più toccanti del disco, primo fra tutti la ballata “A Simple Song From Me To You, peraltro una grande prova dell’interprete – e dell’uomo - Rosario Pellecchia, fa un balzo nel passato remoto soul/funk, quello, per intenderci, conteso negli anni Settanta dalle scuole gloriose di Philadelphia (basti pensare agli O’Jays di “For The Love of Money”) e Detroit (“Poppy Girls”, dalla colonna sonora del musical “The Wiz”, prodotta da Quincy Jones). Roba forte..