Speciale Ariana Grande

E’ nata una stella, Ariana Grande. Discepola della miglior scuola r&b degli ultimi 20 anni, Ariana Grande, classe 1993, è già, a nemmeno un lustro dall’inizio della sua scalata al successo sui canali televisivi “teen” e al cinema, e dalla pubblicazione, nel 2011, del primo album “Yours Truly”, una delle stelle più luminose del firmamento pop/urban. Dotata di un timbro e un’estensione vocali paragonati dai media a quelli di Mariah Carey, armata di hit che evocano i caustici beat e le armonizzazioni di precedenti eccellenti firmati J.Lo (“Get Right”, per esempio), e in sintonia con le tendenze stilistiche imposte al mercato dalla potente Beyoncé, Ariana, bellissima, sexy e sfrontata quanto basta per competere con le prodezze multimediali di colleghe come Rihanna o Jessie J,è senza dubbio la nuova “big thing” della scena musicale mainstream. Nel bene e nel male, se si pensa alle polemiche che questa ragazzina dalle ascendenze siciliane e abruzzesi cresciuta a Boca Raton, in Florida, è capace di scatenare in rete. Con il Papa emerito Benedetto XVI, con il collega Snoop Dogg e persino con i fan, qualche volta. Molti la odiano, ma la gran parte di giovani e giovanissimi la idolatrano senza alcuna riserva. Così come amano le canzoni del nuovo album “My Everything”, tracklist macina-classifiche confezionata – sotto l’egida del colosso Universal – con la collaborazione di hitmaker e superstar del calibro di Rodney Jerkins (Mary J Blige, Destiny’s Child, Michael Jackson), di Max Martin (Britney Spears, Pink, Katy Perry), di Ryan Tedder dei One Republic (U2, Adele, Maroon 5), del top dj russo Zedd (“Break Free”) e della turbolenta rapper australiana Iggy Azalea, sua partner nella famigerata “Problem”.