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Face4Job
25 Agosto 2015
Siamo nel bel mezzo di un cambiamento epocale nel mondo del lavoro che, nel suo significato classico ed ormai medievale, sembra essere totalmente inadeguato e inefficace.
Non è più il tempo del lavoro dipendente, di parlare di collocamento né di curriculum. Bisogna comprendere e capire tali trasformazioni per coloro che devono rilanciare la propria vita, a chi agisce a monte del lavoro (imprese), a coloro che sono attivi nelle funzioni di servizio e sostegno; alle scuole, università, all’associazionismo. Ovviamente alla politica e alle istituzioni.
E non mancano i segnali prepotenti da tutto il mondo.
La giapponese Uniqlo, il marchio dell'abbigliamento giapponese famoso anche per firmare le divise del numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic, proporrà a una parte dei suoi dipendenti di lavorare 4 giorni a settimana (sfruttando così un maxi-weekend di tre giorni), a patto di restare in servizio per 10 ore rispetto alle 8 ore tradizionali. Il progetto pilota riguarderà 10mila dipendenti a tempo pieno in vari negozi in Giappone, ma se funzionerà si potrà estendere anche agli uffici. La società ha spiegato la mossa con la necessità di liberare più giorni per i migliori dipendenti, che spesso devono fare richiesta di part time per prendersi cura dei familiari: un bisogno di molti, in un Paese dalla struttura demografica spostata verso la tarda età.
Abbiamo parlato settimana fa del caso Virgin, che invece lascia liberi i propri collaboratori di lavorare da qualsiasi luogo, casa e spiaggia compresa, purché raggiungano il proprio obiettivo professionale.
E non dimentichiamo il caso Elettrolux in Italia: un anno fa la multinazionale pianificava la chiusura degli stabilimenti italiani, oggi chiede ai dipendenti dell’impianto di Susegana di lavorare il giorno di Ferragosto (fatto) e i quattro sabati di settembre.
Solo alcuni significativi esempi per proporre una rivisitazione del rapporto persona – lavoro che sta assumendo i contorni di una vera e propria rivoluzione: il Mit di Boston avverte che “…entro il 2020 il 40 -60% circa della forza lavoro sarà indipendente, cioè senza contratto di assunzione e lavorerà per diversi clienti”.
Questa è la strada inesorabile e bisogna adeguarsi subito!