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31 Dicembre 2019
La figlia di Bruce Lee, Shannon, non è una che le manda a dire e quando si tratta di difendere la memoria del padre da chi cerca di infangarla o di sfruttarla per i propri interessi è sempre pronta a intervenire in prima persona. Di recente, ad esempio, Shannon se l’è presa con Quentin Tarantino che, secondo lei, avrebbe rappresentato su padre come uno sbruffone nel suo ultimo film, “C’era una volta a… Hollywood”.
Adesso, invece, Shannon se l’è presa con la Kungfu Catering Management, una nota catena cinese di fast food, colpevole di aver utilizzato per ben 15 anni l’immagine di Bruce Lee nel proprio logo, senza aver mai chiesto il permesso e senza dunque aver mai pagato i diritti di proprietà intellettuale. Come riporta il portale cinese sina.com, Shannon Lee avrebbe chiesto all’azienda di smettere subito di utilizzare l’immagine di suo padre, di comunicare ufficialmente entro 90 giorni di non avere nulla a che fare con Bruce Lee e soprattutto di pagare un risarcimento di 210 milioni di yuan, pari a circa 30 milioni di dollari.
La catena di ristoranti si è detta stupita di ricevere questa contestazione dopo così tanto tempo: “Stiamo studiando attivamente il caso e ci stiamo preparando a rispondere”, ha annunciato in un comunicato, promettendo dunque battaglia alla figlia del grande artista marziale. Conosciuta come Real Kung Fu, la catena di fast food ha sede a Guangzhou, è stata fondata nel 1990 e oggi conta oltre 600 negozi in tutta la Cina con un valore di oltre 5 miliardi di yuan (circa 715 milioni di dollari): dal 2004 utilizza un logo che riporta la figura di un uomo dai capelli scuri in una posa di kung fu che assomiglia molto a Bruce Lee. La “Bruce Lee Enterprises” di Los Angeles, invece, è l’azienda che si occupa del merchandising e delle licenze per quanto riguarda l’utilizzo dell’immagine di Bruce Lee: il suo scopo è quello di “mantenere viva l’energia dell’artista marziale” e di difenderne, appunto, l’immagine. Si attendono i futuri sviluppi di quella che si preannuncia essere una vera e propria battaglia legale.