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L’uso prolungato del cellulare provoca il tumore: la sentenza della Corte d’Appello di Torino

È stata confermata la sentenza di primo grado relativa al caso di un dipendente Telecom.

L’uso prolungato del cellulare provoca il tumore: la sentenza della Corte d’Appello di Torino

15 Gennaio 2020

L’uso eccessivo del cellulare può provocare tumori alla testa: questo è ciò che sostiene la Corte d’Appello di Torino che ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea, emessa nell’aprile del 2017, sul caso di Roberto Romeo, dipendente Telecom che ha trascorso anni al telefono anche per 4 o 5 ore al giorno.

In seguito l’uomo si è ammalato di neurinoma dell’acustico, un tumore benigno ma comunque invalidante. A Roberto è stato riconosciuto un danno biologico permanente del 23% per il quale l’INAIL è stato costretto a corrispondere alla vittima un’indennità di circa 500 euro al mese per tutta la durata della sua vita. Secondo la Corte d’Appello di Torino, “esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale secondo i criteri probabilistici ‘più probabile che non’”.

Questa sentenza riapre un dibattito che esiste da anni: qualche mese fa l’Istituto Superiore di Sanità, Arpa Piemonte, Enea e Cnr-Ivrea hanno pubblicato un nuovo rapporto che non ha dato conferme di un aumento di neoplasie legato all’utilizzo del cellulare. Ciò nonostante, è evidente che bisogna utilizzare questo strumento senza mai esagerare e soprattutto con la consapevolezza dei rischi che si corrono: ecco perché Romeo e i suoi avvocati sperano che questa sentenza serva quanto meno a sensibilizzare le persone su questo tema. 

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