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03 Febbraio 2020
Quando Pablo Escobar è morto nel 1993, il governo colombiano è entrato in possesso della sua tenuta nel nordest del Paese. Questa comprendeva anche uno zoo, i cui animali sono stati ricollocati. Ad eccezione di 4 ippopotami, che al tempo furono lasciati liberi lungo il fiume Magdalena.
Questi ippopotami, col tempo, si sono riprodotti generando una popolazione che oggi gli esperti stimano di circa un centinaio di unità. Un numero che potrebbe continuare ad aumentare rapidamente e che per questo ora sta preoccupando le autorità.
In particolare, la presenza (innaturale in Colombia) dei grandi mammiferi erbivori originari dell'Africa, sta generando un vero e proprio dibattito che divide ambientalisti e scienziati. Secondo questi ultimi, potrebbero rappresentare una minaccia per le specie endemiche, come lontre e lamantini, per l'habitat, inevitabilmente modificato dalla loro presenza, e per l'uomo, dal momento che si tratta di un animale territoriale e potenzialmente molto aggressivo.
Arrivati a questo punto, però, sterilizzare o spostare gli animali in un altro zoo sarebbe pericoloso oltre che estremamente costoso. Mentre l'ipotesi di ucciderli ha sollevato la ferma opposizione degli ambientalisti.
Gli scienziati stanno dunque valutando la possibilità di non prendere provvedimenti. Un recente studio ha infatti sostenuto che le conseguenze della loro presenza nel territorio non sarebbero poi così drammatiche. Gli ippopotami hanno infatti finito col sostituire i grossi mammiferi erbivori del Paese che si erano già estinti e potrebbero perfino rappresentare una risorsa per la biodiversità.
Dunque, per ora, gli esperti hanno deciso di limitarsi a tenere la situazione sotto controllo per capire quale sia la strada migliore da percorrere in futuro.