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17 Febbraio 2020
Protagonisti di questa nuova, sconcertante dichiarazione, sono due biologi della South China University of Technology. Botao Xiao e Lei Xiao sostengono che le possibili origini del coronavirus 2019-nCoV siano da rintracciare negli animali infetti tenuti in laboratorio dal Centro per il Controllo delle Malattie di Wuhan (WHCDC), tra cui 605 pipistrelli.
I due biologi, dunque, contestano la versione ufficiale delle autorità di Pechino, secondo cui l'agente patogeno si sarebbe trasmesso direttamente dai pipistrelli all’uomo. Questi, infatti, si trovano a circa 960 chilometri di distanza dal mercato del pesce di Wuhan e la probabilità che abbiano compiuto un volo così lungo, dalle province di Yunnan e Zhejiang, è minima. Come si esclude che l’infezione sia nata dalla tendenza locale di mangiare i pipistrelli.
Il WHCDC, inoltre, si trova nei pressi dell’Union Hospital dove il primo gruppo di medici è stato infettato. Si può ipotizzare, alla luce di queste rivelazioni, che il virus sia uscito, contaminando alcuni pazienti. Sembra anche che ci siano stati episodi di contatto con sangue e urina dei pipistrelli da parte di un ricercatore che si è messo in quarantena volontaria di 14 giorni.
E Oltre al WHCDC, il rapporto dei due biologi suggerisce che anche l’Istituto di Virologia, a circa 12 km da Wuhan, avrebbe potuto far trapelare il virus. Concludendo, dunque: “Il coronavirus killer probabilmente proviene da un laboratorio di Wuhan".