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Credits: Facebook
26 Febbraio 2020
In Costa Rica un eco attivista è stato assassinato: si chiamava Yehry Rivera, era un indio e da anni si batteva per la difesa della natura e delle terre degli indios nella zona di Tèrraba. L’uomo è stato prima circondato da persone armate di bastoni e pietre, poi è stato lapidato e picchiato e, infine, è stato freddato con alcuni colpi di pistola.
Secondo quanto riportato da Guardian, a poca distanza dal luogo dell’omicidio era presente anche una pattuglia della polizia che, però, non è intervenuta. La morte di Rivera è solo l’ultima di una lunga serie: gli ambientalisti in quelle zone sono da tempo presi di mira per la loro attività in difesa della loro terra.
Appena due settimane fa Manor Ortiz Delgado, il 29enne leader degli indigeni Bribri, è stato ferito con un colpo di pistola; pochi giorni prima due uomini in Messico sono stati uccisi perché volevano proteggere delle farfalle. Si chiamavano Raul Hernandez e Homero Gomez, avevano 44 e 50 anni e volevano salvare le farfalle monarca El Rosario, insetti meravigliosi con le ali arancioni e nere: per proteggerle avevano persino fondato un santuario nello stato di Michoacan, avevano creato un piccolo paradiso naturale, lottavano contro il disboscamento illegale e queste loro attività hanno iniziato a infastidire chi, invece, quelle foreste bellissime vuole sfruttarle per ricavarne quante più risorse possibili. Nonostante le minacce, però, Hernandez e Gomez non si sono mai fermati e alla fine hanno pagato con la vita il loro amore per la natura.
Come riporta uno studio pubblicato su Nature Sustainability, negli ultimi 15 anni sono state uccise 1613 persone in 20 paesi diversi, tra il 2002 e il 2018. Quasi tutti gli omicidi si sono verificati nei Paesi con il più alto tasso di corruzione e illegalità, mentre la maggior parte delle vittime erano originarie dell’America centrale e meridionale.