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12 Maggio 2020
La notizia della liberazione di Silvia Romano ha scatenato una vera e propria guerra sui social. Sono molte le persone che hanno iniziato a insultarla e minacciarla, anche di morte. Vicino casa sua a Milano, infatti, è stato trovato un volantino con parole poco edificanti. Per questo motivo, si sta valutando la possibilità di metterla sotto scorta, per proteggerla dagli attacchi. Nel frattempo il responsabile dell'antiterrorismo di Milano, Albero Nobili, ha aperto una indagine - contro ignoti - a causa degli insulti che la cooperante ha ricevuto al suo ritorno in Italia. L'ipotesi è di minacce aggravate.
Accanto alla moltitudine di persone che hanno espresso vicinanza e solidarietà per la volontaria milanese, ci sono tante persone che l'hanno attaccata per la questione del riscatto: evidentemente, per loro salvare una vita umana ha un prezzo. Un altro punto critico è la sua conversione all'Islam, maturata durante la prigionia in maniera del tutto autonoma.
In questi giorni, anche la sua abitazione a Milano, quartiere Casoretto, è sotto il controllo delle Forze dell'Ordine, che stanno vigilando la zona con solerzia. Silvia è stata prigioniera tra Kenya e Somalia per un anno e mezzo, sembra assurdo credere che ci siano persone che avrebbero preferito una immobilità da parte dello Stato italiano riguardo al suo rapimento.