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Credits: Facebook/Daniele Foglio
13 Maggio 2020
Claudia e Daniele sono i proprietari di un camping sul Lago d’Idro di Anfo, in provincia di Brescia. Un posto meraviglioso che, come tutti gli altri, in questo momento è chiuso. Si sta preparando, però, per ripartire e per dare una spinta al turismo italiano. Fin qui tutto normale, se non fosse che i due hanno ricevuto per posta una lettera senza mittente, con un messaggio che lascia poco all'immaginazione. "Se pensate di far arrivare dalla Lombardia infetta dal Corona 300 o 400 persone che vanno nella vostra piscina, nei giardinetti e docce a infettarsi a vicenda, e poi girare nel nostro paese avete sbagliato. Non aprite o saranno guai al campeggio e alle macchine nel parcheggio".
Si tratta di una vera e propria lettera minatoria, con minacce non velate su quello che potrebbe succedere se il campeggio riaprisse. I destinatari della missiva hanno deciso di denunciare il fatto con un post social, accompagnato da queste parole: "Con estremo rammarico vogliamo portare alla vostra attenzione l’ennesimo attacco e ingiuria probabilmente inviata da pochi cittadini o forse solamente da un singolo".
Dal canto loro, la coppia ha fatto sapere che stanno organizzando al meglio la ripartenza, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, che via via il Governo indicherà in questi casi. "Siamo convinti che la vita deve riprendere e così anche il turismo che è uno dei pochi sostentamenti che tiene in piedi il nostro piccolo paese", hanno aggiunto.
Oltre al messaggio minaccioso, Claudia e Daniele hanno trovato la solidarietà di molti cittadini che hanno provato disgusto nel leggere la lettera. Anche il sindaco di Anfo ha espresso la sua vicinanza: "Anfo senza turismo non vive, è come una pianta senza fiori. Ora aspettiamo le direttive del ministero e con il buon senso civico e le dovute precauzioni si riuscirà a ripartire. Auguro a tutte le nostre attività di ripartire al più presto, e a Claudia e Daniele esprimo la mia vicinanza e solidarietà".