Tutto News
28 Agosto 2020
Prima la lettera dell’avvocato, poi la richiesta di intervento dei Vigili Urbani. Quella che potrebbe configurarsi come la più classica delle liti condominiali, nasconde un sommerso decisamente più complesso e tutt’altro che giustificabile. La storia arriva da una palazzina di via Velieri, ad Ostia, e le protagoniste sono due donne e un bambino di 8 anni. La colpa di quest’ultimo? Aver realizzato bolle di sapone che avrebbero sporcato il balcone al piano terra.
Se già così si fatica a condividere la ratio del reclamo, la reprimenda assume contorni ancora più spiacevoli non appena si approfondisce la notizia. Il bambino che gioca con le bolle di sapone soffre infatti di autismo e il nuovo passatempo lo ha scoperto durante il lockdown, quando si è trovato a vivere uno dei momenti più duri della sua vita. Con scuola e negozi chiusi e senza poter fare terapie, Brando ha perso sicurezza e riferimenti, finendo con intristirsi ogni giorno di più.
Per questo la mamma Francesca, affetta da Alzheimer e genitore di altri due ragazzi, ha inventato per lui un nuovo gioco rendendolo una sorta di appuntamento fisso per scacciare la noia del momento: “La sua passione – ha raccontato la donna a Il Messaggero – le vede formarsi colorate e grandi e poi le segue con lo sguardo mentre volano via, lontano chissà per quali cieli. Molte, però, non vanno lontano ma cadono giù dalla condomina del piano terra”.
Uno smacco insostenibile, a giudicare dalla reazione della donna, che dopo aver inviato una lettera a firma del suo avvocato ha allertato la Polizia Municipale: “È anche una questione di dignità - ha proseguito la donna - quelle parole, l’arrivo dei vigili urbani mi hanno umiliata. Mi sono sentita come se io e mio figlio fossimo dei criminali. Lui ha sempre più bisogno di attenzioni e uno dei pochi modi per riuscire a distrarlo sono quelle bolle di sapone”. Una situazione che i vigili non hanno faticato a comprendere, evitando di notificare alcuna sanzione.