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01 Settembre 2020
Gli effetti del Coronavirus sul mondo del lavoro iniziano a farsi sentire. Secondo i dati rilevati dall’ISTAT, da febbraio 2020 il numero degli occupati è sceso di quasi 500mila unità. Le persone in cerca di lavoro, invece, sono circa 50mila in più, mentre gli inattivi sono aumentati di circa 400mila unità. Preoccupa il tasso di disoccupazione giovanile che a luglio è tornato al di sopra del 30% per la prima volta da aprile 2019. Secondo i dati rilevati, il 31,1% dei disoccupati appartengono alla fascia di età tra i 15 e i 24 anni, con un aumento di 1,5 punti da giugno e 3,2 punti da luglio 2019. La disoccupazione sta dunque crescendo nella popolazione con età inferiore ai 35 anni, mentre cala nelle altre fasce d’età.
Secondo il rapporto pubblicato, in quattro mesi in sostanza il tasso di occupazione ha perso oltre un punto, mentre quello di disoccupazione è tornato sopra ai livelli di febbraio, salendo al 9,7%, ossia +0,5 punti da giugno e +0,1 punti da luglio 2019. In generale, nell’ultimo anno i contratti dipendenti a termine sono calati del 16,2% (-498mila), mentre quelli indipendenti del 4,5% (-239mila). I lavoratori a tempo indeterminato, invece, non hanno subito alcun calo, anche perché sono tutelati dal blocco dei licenziamenti per il Coronavirus; al contrario, questo settore ha registrato un aumento dell’1,2%, pari a +181mila unità.
Dopo quattro mesi di flessioni consecutive, però, a luglio il tasso di occupazione torna a crescere lievemente: l’aumento su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d'età, ad eccezione dei 25-34enni. Sono diminuiti, invece, i lavoratori indipendenti.