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Credits photo: dailymail.co.uk
05 Novembre 2020
In Thailandia la decisione del governo di oscurare oltre 190 piattaforme di video hard ha scatenato una vera e propria rivolta popolare.
A decidere la chiusura delle piattaforme di video pornografici è stato il ministro dell'Economia digitale, Puttipong Punnakanta, impegnato nella lotta alla pornografia e ai siti di scommesse online: due ambiti ritenuti illegali dalla legge thailandese.
In tantissimi hanno affollato le strade della capitale e diverse piazze del Paese per manifestare con striscioni, magliette, cartelli e slogan il proprio acceso dissenso verso la censura e inneggiando alla simbolica "liberazione di PornHub" (quest'ultimo è tra i 20 portali più visitati nel Paese). Su Twitter l'hashtag #SavePornhub è entrato nei trend topics.
Questa protesta per una censura che viene considerata inaccettabile ha trovato terreno fertile nel Paese, già attraversato da mesi di proteste studentesche contro monarchia ed esercito. Secondo i manifestanti e la direttrice della Fondazione Manushya, che si batte per i diritti digitali, questa censura dimostra che la Thailandia è sottoposta ad una dittatura digitale.
Intanto da PornHub non è ancora arrivato alcun commento ufficiale sulla vicenda.
(Credits photo: dailymail.co.uk)