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Questo gufetto è stato salvato dall’albero di Natale del Rockefeller Center

Era rimasto incastrato tra i rami dell’abete: è stato trovato stanco e affamato.

Questo gufetto è stato salvato dall’albero di Natale del Rockefeller Center

Credits photo: Twitter/techladyallison

20 Novembre 2020

Può sembrare la classica trama da film natalizio, invece è pura realtà. La storia arriva da New York, più precisamente dal Rockefeller Center, il noto complesso di 19 edifici commerciali di Manhattan reso iconico dalle diverse pellicole girate da quelle parti.

Stavolta a far parlare di sé è stato l’albero di Natale in via di allestimento per le festività. Non soltanto per il suo aspetto spoglio, che ha ricordato ai più lo “Spelacchio” romano di qualche anno fa o l’albero mal riuscito di Charlie Brown, ma anche per la presenza di un suo inquilino.

Lunedì scorso, mentre era intento a montare il tradizionale abete, un operaio si è infatti accorto della presenza tra i suoi rami di una civetta. L’animale, disidratato e affamato, è stato immediatamente trasportato al Ravensbeard Wildlife Center di Saugerties, dove ha ricevuto tutte le cure del caso.

A raccontare l’accaduto è stata, sulle colonne del Guardian, Ellen Kalish, direttrice e fondatrice del centro: “Fortunatamente la civetta era illesa. L’abbiamo presa in cura e abbiamo subito iniziato a darle i liquidi di cui aveva bisogno, e qualche topolino da mangiare. È incredibile che non sia rimasta schiacciata tra i rami”.

Subito ribattezzato Rockefeller, il gufetto, che nelle intenzioni della struttura dovrebbe essere lasciato libero entro fine settimana, si è rivelato essere adulto nonostante le dimensioni minute. Appartiene alla specie delle civette acadiche (o gufi del Nord America), tra le più piccole presenti in natura. Si tratta di esemplari che crescono fino a non più di 8,3 pollici, l’equivalente di 17-21 centimetri: “Sono una specie interessante da studiare – ha concluso Ellen Kalish - ad esempio, sono molto notturni, nel senso che in genere non vengono visti a meno che qualcuno non li cerchi”.

(Credits photo: Twitter/techladyallison)

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