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Chi non vuole vaccinarsi dovrà pagarsi le cure anti Covid: la proposta nella Repubblica di San Marino

L’idea è del Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza, Roberto Ciavatta.

Chi non vuole vaccinarsi dovrà pagarsi le cure anti Covid: la proposta nella Repubblica di San Marino

15 Dicembre 2020

Niente vaccino anti-Covid? Niente cure gratis. È questa la proposta avanzata dal segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino, Roberto Ciavatta, su cui il governo sammarinese si pronuncerà nei prossimi giorni.

Chi sceglierà autonomamente di non sottoporsi al vaccino anti Covid-19, quando sarà disponibile, dovrà pagarsi le cura di tasca propria qualora dovesse ammalarsi per il Coronavirus: “Gli esperti della commissione vaccini dell'Istituto di sicurezza sociale, si sono detti d'accordo - ha spiegato Ciavatta - Il vaccino a San Marino sarà gratuito e disponibile per la popolazione e qualora si decida di non sottoporsi per scelta e non perché si fa parte di categorie escluse, come ad esempio gli allergici o per altri motivi sanitari, allora si dovranno pagare le cure per un eventuale contagio. I vaccini a San Marino arriveranno dall'Italia - continua Ciavatta - sarà il ministero della Salute italiano che stornerà per noi una quota parte e quindi anche i tempi di vaccinazione della popolazione sammarinese seguiranno quelli italiani”.

Per i cittadini del Titano la sanità è completamente gratuita. Già in passato il microstato aveva trovato una soluzione per i “no vax” in occasione delle vaccinazioni sui bambini. L’ordinamento sammarinese stabilisce infatti che i genitori dei bimbi non vaccinati debbano sottoscrivere un’assicurazione per danni contro terzi. Questa consuetudine potrebbe dunque venire applicata anche ai vaccini anti Covid.

A differenza di quanto succede in Italia, intanto, a San Marino non sono previste limitazioni durante le imminenti festività. La decisione è stata presa dalla segreteria di Stato per gli Affari esteri e riguarda il periodo tra il 21 dicembre e il 6 gennaio. Durante questa finestra la piccola nazione enclave consentirà la libera circolazione delle persone tra Marche ed Emilia-Romagna, ovvero le uniche regioni italiane confinanti. Questa misura, contestata dagli albergatori romagnoli che la interpretano che accusano i “vicini” di concorrenza sleale, permetterà, in linea teorica, ai cittadini emiliano-romagnoli di andare nelle Marche e viceversa transitando per il territorio del microstato.

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