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Età, sesso e massa corporea possono determinare la durata della positività al covid19

Alcuni pazienti rimangono sintomatici anche per molte settimane: tra questi donne obesi e anziani

Età, sesso e massa corporea possono determinare la durata della positività al covid19

15 Marzo 2021

Redazione 105

Si chiama Long Covid la malattia da covi19 che lascia nel paziente strascichi di sintomi che possono durare anche per settimane. Uno studio ha analizzato un campione di soggetti che sono rimasti a lungo positivi e sintomatici e ne hanno tratto alcune osservazioni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori del King’s College di Londra che hanno analizzato i dati di oltre quattromila persone positive al virus e affette da sintomi di covid19 a lungo termine. 

Carole H. Sudre del King's College di Londra, portavoce del team di ricerca ha affermato che “circa il 2,3 per cento dei pazienti considerati ha mostrato sintomi a distanza di ben 12 settimane dalla diagnosi”. I dati raccolti dagli scienziati dicono che il 13,3%  dei partecipanti allo studio ha riportato sintomi dopo 28 giorni da inizio malattia, mentre il 2,3% manifestava ancora difficoltà a distanza di 12 settimane dalla prima diagnosi. I disturbi più comuni che persistono sono mal di testa, affaticamento, dispnea e anosmia (perdita dell’olfatto). Le osservazioni fatte hanno portato gli scienziati a dire che probabilmente la presenza dei sintomi a lungo termine riguarda maggiormente persone obese, anziane o di sesso femminile. 

L’autrice ha spiegato: “Il nostro modello potrebbe essere utilizzato per identificare gli individui che presentano un rischio più elevato di sperimentare Long Covid. Sappiamo che l’infezione può manifestarsi con un ampio spettro di gravità, che spazia dalle forme asintomatiche fino alla possibilità di decesso del paziente. Il nostro studio prospettico potrebbe contribuire a definire delle condizioni che rendono più elevato il rischio di sperimentare una forma grave di Covid-19 e individuare i metodi più efficaci per intervenire in questo senso”. Benjamin Murray dell’University College di Londra,  coautore dell’articolo, ha poi aggiunto: “Fondamentalmente abbiamo individuato due modelli di sintomatologia tra i pazienti con Long Covid: coloro che riferivano affaticamento, mal di testa e disturbi delle vie respiratorie superiori, come mancanza di respiro, mal di gola, tosse persistente e perdita dell'olfatto, e i casi con disturbi multisistemici aggiuntivi con febbre e sintomi gastroenterologici”.

Ovviamente le generalizzazioni non sono ammissibili e ulteriori studi andranno fatti per ampliare il campione preso in esame che in questo caso era formato maggiormente da donne e adulti. I dati sono infatti stati raccolti tramite un’app che non ha facilitato la partecipazione della popolazione più anziana. Intanto rimane un'indicazione utile per prevedere i soggetti più fragili e bisognosi di cure. 

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