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18 Marzo 2021
Redazione 105
La ricerca condotta da Parole O_Stili e Istituto Toniolo con il supporto tecnico di Ipsos ha provato a tirare le fila della situazione istruzione in Italia dopo un anno intero di lezioni online. Sono stati coinvolti 3500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e circa 2000 insegnanti di scuola primaria e secondaria.
Il primo dato critico dice che il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e ben il 65% fatica a seguire le lezioni. Bilancio generale negativo quindi. Il 96% dichiara di aver chattato durante la DAD, l’89% sta anche sui social media, l’88% mentre fa lezione mangia, e il 39% ha anche cucinato durante le lezioni. Questi dati possono sembrare disastrosi, ma se pensate che la DAD non segue il regolare svolgimento delle lezioni come se si fosse in presenza, piuttosto ci sono lezioni un po’ a tutte le ore, magari ci sono più persone in casa in didattica a distanza che devono conciliare pasti, lezioni, routine lavorativa dei genitori. Un inferno.
Ovviamente a risentirne soprattutto i rapporti relazionali sia tra compagni di classe che tra studenti e professori. 1 su 4 dichiara di aver osservato un peggioramento del rapporto e del dialogo con il docente. Di contro gli allievi hanno potuto contare sul supporto famigliare, vista la convivenza forzata. Non ci sono solo note negative, però: ragazzi e prof hanno imparato a usare la tecnologia in modo creativo, per collaborare e lavorare anche a distanza, sperimentando lavori di gruppo anche fuori dall’orario di lezione obbligatorio.
Rosy Russo, presidente dell’associazione Parole O_Stili ha commentato così dati raccolti: "Studenti, docenti e genitori sono stati un po' abbandonati in questo lungo anno di didattica a distanza. Non basta avere gli strumenti digitali che funzionino: non c'è apprendimento significativo senza una relazione significativa, fatta anche di sguardi che sanno bucare lo schermo e arrivare al cuore dei ragazzi. Vivere il digitale non si improvvisa, richiede educazione e cultura. È per questo che chiediamo al Ministero dell'Istruzione di introdurre in tutte le scuole un'ora di cittadinanza digitale alla settimana a partire dal mondo dell'infanzia."
La scuola italiana ha dovuto fronteggiare un’emergenza come poteva, correndo ai ripari e questo ha accelerato il processo di digitalizzazione dell’istruzione, un processo che doveva iniziare gradualmente anni fa. La speranza è che quando si tornerà alla normalità non ci si dimenticherà quello che si è imparato in questi mesi di DAD, ma se ne farà tesoro per un'offerta formativa più completa, magari inserendo il corso di cucina visto che i ragazzi si sono esercitati in questi mesi online.