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19 Aprile 2021
Redazione 105
L’Inail ha concesso un risarcimento di 20mila euro ad un’amministrativa di 50 anni, dipendente di un’azienda metalmeccanica di Treviso, che si trovava in smartworking a causa della situazione pandemica. La donna era al telefono con un collega quando è scivolata procurandosi un paio di fratture. La dipendente ha chiesto e ottenuto non solo i giorni di malattia, ma anche un risarcimento in denaro di 20 mila euro per l’infortunio sul lavoro e poi il diritto a visite e terapie gratuite per i prossimi 10 anni. Questo caso è destinato ad essere il precedente per i diritti del lavoro anche in smart working. L’esito felice per la donna è infatti arrivato dopo una lunga disputa con l’Inail portata avanti grazie alla CGIL da cui la donna è assistita.
Valentina Dalle Feste, responsabile del settore tutela della salute della Cgil trevigiana al Gazzettino ha espresso il suo entusiasmo per la storica decisione, con queste parole: “È la prima volta che viene riconosciuto un infortunio sul posto di lavoro in modalità smart working. La dipendente è andata subito in pronto soccorso dove ha accuratamente raccontato cosa le era accaduto, quando e in che modalità. Da lì, come da prassi, è partita la segnalazione all'Inail mentre la donna ha denunciato l'infortunio al suo datore di lavoro. Questo precedente adesso farà diritto».
Dopo il diritto alla disconnessione, un altro importante segnale per tutelare il lavoro agile che si è diffuso enormemente a causa della pandemia di Covid19, ma che resta privo di una dettagliata regolamenatzione.