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05 Maggio 2021
Redazione 105
«Il direttore Schmidt vuole che si paghi per poter mostrare l’arte sui social», questa la denuncia da parte di alcune guide che lavorano anche online e che alla riapertura degli Uffizi dopo le restrizioni hanno trovato «un cartello in cui si diceva che era vietato fare video e che le foto dovevano essere solo ad uso personale privato».
A raccontare la vicenda nei dettagli è l’influencer Sara Innocenti; tutto pare essere cominciato a inizio anno quando «c’è stato un incontro tra il direttore Eike Schmidt e alcuni rappresentanti delle guide turistiche dove è stato fatto presente la necessità d’ora in poi di pagare un canone mensile per l’utilizzo via social o internet delle immagini delle opere della collezione». Che beffa per chi con le sue immagini sui social fa ottima pubblicità e porta visitatori. Anzi come ben sappiamo, spesso si paga e profumatamente per finire nel feed di qualche blogger famoso!
«In questi ultimi anni - spiega la Innocenti - hanno richiesto il mio contributo professionale musei cittadini importanti come quello di Palazzo Vecchio e il Museo Novecento, per la pubblicazione di immagini d’arte e la loro divulgazione, e ora mi sento richiedere dei soldi per mettere su Instagram la foto di un’opera d’arte degli Uffizi? Sinceramente mi sono sentita, diciamo così, spaesata, da questa nuova “regola” del direttore Schmidt. Mi sono confrontata con alcune colleghe che hanno partecipato all’incontro di gennaio e di fronte ad alcune nostre email che chiedevano delucidazioni, la direzione ha risposto che se l’uso delle immagini è continuativo e non sporadico sarà richiesto un canone forfettario». Una strana presa di posizione se pensiamo che Chiara Ferragni era stata chiamata a fare alcuni scatti proprio agli Uffizi, mentre questa norma vieterebbe la riproduzione delle opere per la promozione culturale, proprio quello di cui si occupa Sara Innocenti. Una beffa che arriva a coronare un lungo periodo di ...fatiche per il settore museale e per chi ci lavora.