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Chi gioca ai videogiochi impara a risparmiare più facilmente

Lo studioso Paul Zak ha studiato per 25 anni i meccanismi che regolano i videogame

Chi gioca ai videogiochi impara a risparmiare più facilmente

01 Ottobre 2021

Redazione 105

I videogiochi e il gioco eccessivo sono spesso al centro di severe critiche perché nocivi per la salute; uno studio però oggi se esprime a loro favore, almeno per quanto riguarda le decisioni finanziarie. Secondo Paul Zak, neuroscienziato e professore alla Claremont Graduate University nel sud della California, i videogiochi aiutano le persone a gestire al meglio le proprie decisioni, anche quelle in ambito finanziario ed economico. 
"I giochi riducono lo stress nella presa delle decisioni”, sostiene lo studioso Zak e "Gli sviluppatori di app e videogiochi utilizzano ormai tali concetti per aiutare le persone ad apprendere nuove informazioni e gestirle. E una delle applicazioni più consuete è utilizzata proprio nel processo decisionale finanziario". Così gli sviluppatori di videogiochi sfruttano questa caratteristica per utilizzare il gioco come forma di apprendimento, un metodo che può essere applicato anche all’ambito finanziario. “I giochi sono progettati per rinforzare il comportamento e portare i giocatori a ritornare a giocare. Il cervello ama la novità. Così quando succede qualcosa di nuovo nel mio ambiente e ottengo una piccola ricompensa, il mio cervello mi suggerisce di concentrarmi su quella cosa”, spiega lo scienziato. Il cervello è un organo pigro che sfrutta le “abitudini” per lavorare meno, ma attraverso il gioco è possibile scardinarle o crearne di nuove, come la buon abitudine al risparmio, ad esempio: "Le decisioni finanziarie sono difficili. Quindi, suddividendo i compiti su di una piattaforma che rende divertente prendere decisioni complesse, le persone saranno in grado di capire meglio cosa stanno facendo, ma anche in grado di cambiare il loro comportamento predefinito. Prendendo così l'abitudine, per esempio, di risparmiare", ha spiegato Zak. In conclusione secondo lo studioso dovremmo creare sempre più app positive che aiutino a migliorarci, non a creare abitudini sbagliate come l’ossessione per il gioco o la violenza.

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