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11 Ottobre 2021
Redazione 105
Il fenomeno è evidente negli USA, dove hanno coniato anche due termini per definirlo: “Big Quit” o “Great Resignation”, “la grande dimissione”, nel luglio del 2021 ben 4 milioni di cittadini statunitensi hanno lasciato il proprio lavoro. Durante questa pandemia ci siamo abituati al lavoro da casa e allo stesso tempo ci siamo “esauriti”, lo conferma una ricerca condotta da Microsoft su 30 mila lavoratori che ha rivelato che il 41% degli intervistati sta considerando di dimettersi.
I numeri sarebbero ancora più alti per gli appartenenti alla Generazione Z (i giovani tra i 18 e i 25 anni); tra loro la percentuale di persone desiderose di cambiare lavoro salirebbe al 54%. A tirare le somme del sondaggione condotto da Microsoft, è l'azienda stessa: “L'opportunità ora è di costruire su ciò che abbiamo imparato negli ultimi 12 mesi per creare un luogo di lavoro in cui tutti possano prosperare", si legge nel doc pubblicato da Microsoft. "Con oltre il 40% della forza lavoro globale che sta pensando di lasciare il proprio datore di lavoro quest'anno, un approccio ponderato al lavoro ibrido è fondamentale per leader che cercano di attrarre e trattenere talenti diversi". I lavoratori desiderano mantenere una forma ibrida di lavoro per cui possano avere la possibilità di lavorare da casa in parte, ma senza rinunciare al lato umano del confronto in ufficio con i colleghi, quando lo desiderano.
Satya Nadella, CEO di Microsof, ha affermato: "Le aspettative dei dipendenti stanno cambiando e dovremo definire la produttività in modo molto più ampio, inclusi collaborazione, apprendimento e benessere per guidare l'avanzamento di carriera di ogni lavoratore, compresi i lavoratori in prima linea e i knowledge worker, nonché per i neolaureati e coloro che sono nel forza lavoro oggi. Tutto questo deve essere fatto con flessibilità riguardo a quando, dove e come le persone lavorano". Se tutti la pensassero come lei molti lavoratori potrebbero tirare un sospiro di sollievo e rimettersi al computer, rigorosamente in pigiama.