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16 Novembre 2021
Redazione 105
L’Università di Rochester ha raccolto ben 63 studi che hanno dimostrato una relazione diretta tra fede e scarsa intelligenza. A capo dello studio il professor Miron Zuckerman che illustrando lo studio ha spiegato che i credenti “hanno delle premesse irrazionali, non fondate su basi scientifiche e non verificabili che non attraggono chi è intelligente“. Pare che questa tendenza si sviluppi fin dall’infanzia e poi per tutta la durata della vita dei fedeli. Sono molte le ricerche a riguardo: tra le più famose c’è uno studio risalente addirittura al 1921 che ha preso in considerazione il quoziente intellettivo di 1.500 persone per tutto l’arco della loro vita. I fedeli avrebbero un cervello meno allenato perché sono abituati a credere anche a fatti illogici di cui spesso le religioni sono infarcite. Nel 2018, uno studio più recente conferma questa tesi. Secondo Richard Lynn dell’Università di Ulster il declino delle religioni è iniziato quando sono aumentate le facoltà intellettive e l’alfabetizzazione della popolazione. Ovviamente la ricerca ha creato molto scompiglio tra i fedeli che non hanno accettato di buon grado queste affermazioni, anche perché nonostante tutto i fedeli nel mondo rimangono ancora molto numerosi. Basti pensare che coloro che si definiscono atei nel mondo sono una percentuale che va dal 2% al 13% della popolazione mondiale.