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02 Marzo 2022
Redazione 105
La storia del QRcode parte da molto lontano; fu utilizzato per la prima volta nel 1994 da una compagnia giapponese per tracciare pezzi di automobile in maniera agile e veloce. Per anni non li abbiamo calcolati più di tanto, ma tra green pass e la necessità di velocizzare molte faccende burocratiche, il loro utilizzo è esploso negli ultimi due anni. Con il diffondersi dei QRcode sono arrivate anche le prime truffe. Una delle più conosciute è quella messa a punto a San Antonio, in Texas. Qui alcuni QRcode fasuli distribuiti qua e là erano spacciati per scorciatoie per pagare rapidamente il parcheggio, mentre in realtà erano link malevoli che inviavano informazioni sensibili e denaro a dei truffatori.
Li vediamo ovunque questi codici: al ristorante, per pagare agilmente nei negozi, per approfondire info sulle opere alle mostre; però i link ad essi connessi non sono sempre “innocenti”, a volte aprono link verso siti criminali il cui obiettivo è condurci a scaricare qualche inutile app, raccogliere le nostre informazioni, collegarsi a una rete Wi-Fi non protetta, rubarci i dati delle carte o degli account di pagamento.
Per difendersi occorre fare la stessa attenzione che prestiamo per proteggerci dal phishing: verificare con attenzione l’indirizzo URL del sito su cui siamo finiti, controllare che si tratti di una connessione sicura https, fare attenzione alla veridicità del sito o a eventuali tentativi di spacciarsi per istituti o istituzioni ufficiali imitando grafica o loghi di siti che frequentiamo abitualmente. Non scansionare mai codici trovati in giro e in generale fare attenzioni che non ci siano codici incollati sopra l’originale. Mai scansionare codici arrivati via mail o chat, soprattutto se il mittente non è una persona conosciuta. In generale utilizzate il QR code quando è strettamente necessario e non cadete in tentazione per sola curiosità!